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co.co.co e piccoli comuni - corte conti sezioni unite
Da rassegna stampa corte conti
Via libera (con paletti) delle sezioni unite della Corte conti
Nei mini-enti co.co.co.
anche senza turnover
V(a libera alle co.co.co nei piccoli comuni. Fermo restando il limite della spesa del 2004, gli enti con meno di 5.000 abitanti e per questo non soggetti al patto di stabilità) possono instaurare rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, o a progetto, anche se .non vi siano state cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato nell'anno precedente. Ma dovranno ricorrere tre condizioni. Innanzitutto le co.co.co. dovranno rappresentare una soluzione temporanea in attesa che venga realizzata «un'adeguata programmazione del personale e una riorganizzazione degli uffici anche in forma associata». Poi si dovrà assicurare che l'esercizio di funzioni pubbliche essenziali sia garantito prevedendo la presenza in organico di «personale adeguato e qualificato». E infine il ricorso alle co.co.co. non dovrà rappresentare un sotterfugio per eludere i limiti di spesa previsti in tema di contenimento della spesa pubblica e in particolare in materia di consulenza. Sono questi i tre paletti che le sezioni riunite di controllo della Corte dei conti hanno posto dando di fatto il via libera alle collaborazioni nei mini-enti. Con la delibera n. 20/2011, la Corte ha posto un punto fermo in una querelle che fino ad ora ha visto le sezioni regionali di controllo fronteggiarsi con interpretazioni opposte delle norme in materia di turnover. I fautori di un orientamento più favorevole ai piccoli comuni hanno optato per una lettura testuale delle disposizioni (commi 557562 della legge n. 296/2006) che escluderebbe l'estensione dei paletti ai rapporti di lavoro a tempo determinato. Viceversa, i sostenitori della tesi più restrittiva (da ultimo si veda la decisione della Corte conti Lombardia su ItaliaOggi del
13/4/2011) hanno finora puntato sui benefici effetti finanziari che un'interpretazione a maglie strette avrebbe avuto sulla spesa per il personale. Le sezioni unite hanno accolto la prima tesi, privilegiando il dato letterale della norma che pone paletti solo alle assunzioni a tempo indeterminato. A favore di questa conclusione depongono ragioni essenzialmente di buon senso. «Sarebbe irragionevole«, scrive la Corte, «ritenere che gli enti che hanno un numero ridottissimo di dipendenti possano intraprendere nuovi rapporti di co.co.co. nei limiti delle cessazioni riferite all'anno precedente.. Perché in questo modo si determinerebbero «effetti paradossali sul buon andamento dell'attività amministrativa locale». Esattamente quanto stava per accadere al comune di Rovegno, piccolissimo centro (solo 580 abitanti) della provincia di Genova, che si è rivolto alla sezione regionale di controllo della Liguria per chiedere il via libera a stipulare una co.co.co. con un geometra esterno. Il professionista avrebbe dovuto reggere da solo un ufficio tecnico che diversamente sarebbe stato totalmente scoperto, visto che la pianta organica del comune era costituita da quattro dipendenti di cui due part-time. E, in assenza di cessazioni nell'anno precedente, l'ente non avrebbe potuto assumere altro personale. La decisione delle sezioni unite fa tirare un bel sospiro di sollievo ai piccoli comuni, chiamati però a spingere decisamente sull'acceleratore dell'esercizio associato di funzioni. Nella parte finale della delibera, la
Corte conti ha infatti auspicato che le regioni provvedano presto a individuare la dimensione geografica ottimale per l'esercizio associato delle funzioni fondamentali. Ricordando come questo sia ormai un obbligo di legge per effetto del dl 78.
***(tratto da Italia Oggi del 16 4 2011)
un parere che ,oltre al problema generale ,sostanzialmente conferma la possibilità tra l'altro di ricoprire il posto di resp ufficio tecnico nei piccoli enti a mezzo di collaborazioni esterne ,scelta sempre più frequente.
Via libera (con paletti) delle sezioni unite della Corte conti
Nei mini-enti co.co.co.
anche senza turnover
V(a libera alle co.co.co nei piccoli comuni. Fermo restando il limite della spesa del 2004, gli enti con meno di 5.000 abitanti e per questo non soggetti al patto di stabilità) possono instaurare rapporti di collaborazione coordinata e continuativa, o a progetto, anche se .non vi siano state cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato nell'anno precedente. Ma dovranno ricorrere tre condizioni. Innanzitutto le co.co.co. dovranno rappresentare una soluzione temporanea in attesa che venga realizzata «un'adeguata programmazione del personale e una riorganizzazione degli uffici anche in forma associata». Poi si dovrà assicurare che l'esercizio di funzioni pubbliche essenziali sia garantito prevedendo la presenza in organico di «personale adeguato e qualificato». E infine il ricorso alle co.co.co. non dovrà rappresentare un sotterfugio per eludere i limiti di spesa previsti in tema di contenimento della spesa pubblica e in particolare in materia di consulenza. Sono questi i tre paletti che le sezioni riunite di controllo della Corte dei conti hanno posto dando di fatto il via libera alle collaborazioni nei mini-enti. Con la delibera n. 20/2011, la Corte ha posto un punto fermo in una querelle che fino ad ora ha visto le sezioni regionali di controllo fronteggiarsi con interpretazioni opposte delle norme in materia di turnover. I fautori di un orientamento più favorevole ai piccoli comuni hanno optato per una lettura testuale delle disposizioni (commi 557562 della legge n. 296/2006) che escluderebbe l'estensione dei paletti ai rapporti di lavoro a tempo determinato. Viceversa, i sostenitori della tesi più restrittiva (da ultimo si veda la decisione della Corte conti Lombardia su ItaliaOggi del
13/4/2011) hanno finora puntato sui benefici effetti finanziari che un'interpretazione a maglie strette avrebbe avuto sulla spesa per il personale. Le sezioni unite hanno accolto la prima tesi, privilegiando il dato letterale della norma che pone paletti solo alle assunzioni a tempo indeterminato. A favore di questa conclusione depongono ragioni essenzialmente di buon senso. «Sarebbe irragionevole«, scrive la Corte, «ritenere che gli enti che hanno un numero ridottissimo di dipendenti possano intraprendere nuovi rapporti di co.co.co. nei limiti delle cessazioni riferite all'anno precedente.. Perché in questo modo si determinerebbero «effetti paradossali sul buon andamento dell'attività amministrativa locale». Esattamente quanto stava per accadere al comune di Rovegno, piccolissimo centro (solo 580 abitanti) della provincia di Genova, che si è rivolto alla sezione regionale di controllo della Liguria per chiedere il via libera a stipulare una co.co.co. con un geometra esterno. Il professionista avrebbe dovuto reggere da solo un ufficio tecnico che diversamente sarebbe stato totalmente scoperto, visto che la pianta organica del comune era costituita da quattro dipendenti di cui due part-time. E, in assenza di cessazioni nell'anno precedente, l'ente non avrebbe potuto assumere altro personale. La decisione delle sezioni unite fa tirare un bel sospiro di sollievo ai piccoli comuni, chiamati però a spingere decisamente sull'acceleratore dell'esercizio associato di funzioni. Nella parte finale della delibera, la
Corte conti ha infatti auspicato che le regioni provvedano presto a individuare la dimensione geografica ottimale per l'esercizio associato delle funzioni fondamentali. Ricordando come questo sia ormai un obbligo di legge per effetto del dl 78.
***(tratto da Italia Oggi del 16 4 2011)
un parere che ,oltre al problema generale ,sostanzialmente conferma la possibilità tra l'altro di ricoprire il posto di resp ufficio tecnico nei piccoli enti a mezzo di collaborazioni esterne ,scelta sempre più frequente.
francodan- Messaggi : 6152
Data d'iscrizione : 07.10.10
Località : 4 comuni e una unione in bassa lomellina
Piccoli comuni
La domanda credo sia sempre la stessa da decenni : qual'e' il senso dell'esistenza di Comuni con 400 o 500 abitanti o comunque inferiori ai 1.000 dove i pochissimi dipendenti devono fare i funzionari, portare il confalone, togliere la neve ( dove nevica) , e se avanza tempo fare anche il messo, il vigile, l'autista.....cui prodest?
Re: co.co.co e piccoli comuni - corte conti sezioni unite
come si evince dal parere il ricorso ai cococo in realtà non può che essere temporaneo.
Possono procedere i comuni sub 5000
"all’instaurazione in via temporanea e occasionale di rapporti di collaborazione
coordinata e continuativa o per programma anche se non vi siano state corrispondenti
cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato nell’anno precedente, a
condizione che:
- detti rapporti di collaborazione coordinata e continuativa o per programma abbiano
carattere temporaneo nelle more di un’adeguata programmazione del personale e di
una riorganizzazione degli uffici anche in forma associata;
- l’esercizio di funzioni pubbliche indefettibili venga assicurato – prioritariamente e a
regime - mediante la previsione in organico di adeguato e qualificato personale;
- il ricorso a tali forme di collaborazione non costituisca occasione di elusione dei
limiti di spesa previsti in tema di contenimento di spesa pubblica e, in particolare, di
incarichi di consulenza”.
Il discorso sui piccoli comuni mi sembra che sia stato affrontato con le gestioni unitarie e con le unioni.Si rischia però che le gestioni unitarie vengano calate dall'alto provocando più disfunzioni di quelle che si vogliono eliminare mentre le unioni(non seguite da fusioni di enti),creando un terzo ente,finiscono per duplicare le spese e non per contenerle.
Possono procedere i comuni sub 5000
"all’instaurazione in via temporanea e occasionale di rapporti di collaborazione
coordinata e continuativa o per programma anche se non vi siano state corrispondenti
cessazioni di rapporti di lavoro a tempo indeterminato nell’anno precedente, a
condizione che:
- detti rapporti di collaborazione coordinata e continuativa o per programma abbiano
carattere temporaneo nelle more di un’adeguata programmazione del personale e di
una riorganizzazione degli uffici anche in forma associata;
- l’esercizio di funzioni pubbliche indefettibili venga assicurato – prioritariamente e a
regime - mediante la previsione in organico di adeguato e qualificato personale;
- il ricorso a tali forme di collaborazione non costituisca occasione di elusione dei
limiti di spesa previsti in tema di contenimento di spesa pubblica e, in particolare, di
incarichi di consulenza”.
Il discorso sui piccoli comuni mi sembra che sia stato affrontato con le gestioni unitarie e con le unioni.Si rischia però che le gestioni unitarie vengano calate dall'alto provocando più disfunzioni di quelle che si vogliono eliminare mentre le unioni(non seguite da fusioni di enti),creando un terzo ente,finiscono per duplicare le spese e non per contenerle.
francodan- Messaggi : 6152
Data d'iscrizione : 07.10.10
Località : 4 comuni e una unione in bassa lomellina
Ci vuole una selezione?
E' possibile direttamentestipular eun contratto o comunque è necessario avviare una procedura comparativa, e quindi selezione pubblica, prove, pubblicità all'albo pretorio ecc in questi casi?
crepuscolo82- Messaggi : 30
Data d'iscrizione : 12.07.12
selezione
lìaffidamento a co.co.co. deve sempre essere preceduto da selezione poiche' non ha carattere fiduciario
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