CONTRIBUTO A FONDAZIONE

L’Amministrazione comunale da alcuni anni e fino al 2011 ha erogato un contributo di € 20.000,00 ad una Fondazione (Ente di natura privata) attiva per un servizio di asilo nido sito in un comune limitrofo. Tale importo era finalizzato al pagamento del mutuo di ristrutturazione dell’edificio in cui viene realizzato il servizio.
La Fondazione è proprietaria, oltre che dell’immobile destinato ad asilo nido sul quale grava il mutuo, anche di un appartamento di 101 mq circa sito a Milano le cui entrate non sono sufficienti al funzionamento autonomo della Fondazione.
Lo statuto della Fondazione, approvato dalla Regione Lombardia nel 2004 a seguito della normativa di trasformazione delle IPAB, non è mai stato approvato dal Consiglio Comunale. Però nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione sono stati nominati due consiglieri comunali, come previsto dallo Statuto.
Lo Statuto della Fondazione non prevede i destinatari dei beni in caso di liquidazione e pertanto, ai sensi dell’art. 31 del Codice Civile, sarà l’autorità governativa a disporre in merito. Quindi non è detto che il Comune potrà beneficiare del patrimonio per il quale ha finora contribuito.
Sul territorio comunale esiste un asilo nido comunale di 60 posti (non tutti occupati) e attualmente il servizio di Asilo Nido della Fondazione è frequentato da n. 1 residente.
Anche per l’anno 2012 la Fondazione chiede al Comune l’erogazione del contributo di € 20.000,00 in quanto si trova in una situazione deficitaria e non riesce a far fronte ai pagamenti del mutuo.
Premesso che l’erogazione di contributi è una “liberalità dell’Ente”, l’erogazione di un contributo alla predetta Fondazione di € 20.000,00 annuali, potrebbe configurarsi come “cattiva gestione”, da parte del funzionario comunale, di denaro pubblico e segnalato come atto illegittimo alla Corte dei Conti?
Sarebbe possibile chiedere alla Fondazione di vendere l’appartamento di proprietà sito in Milano invece di chiedere il contributo al comune per far fronte ai propri debiti?

E' di tutta evidenza che sia come esprimi fermo restando che la responsabilita' in primis e' di natura politica poiche' la scelta dei destinatari delle liberalita' non e' del funzionario ma del politico e nel caso del Cc

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