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Gli Enti locali -Paolo Gros, Lucio Guerra e Marco Lombardi on web :: Aggiornamento professionale - files- slides
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PROSPETTO PATTOSTAB
Come richiestomi allego il file che uso per il calcolo del patto 2011.
Lo lascio completo di tutti i fogli (excel) allegati e che io utilizzo.
Spero non ci siano imprecisioni (salvo quelle riferite a particolari cautele per alcune voci di entrata); nel caso contrario segnalatemele.
Stefano
Lo lascio completo di tutti i fogli (excel) allegati e che io utilizzo.
Spero non ci siano imprecisioni (salvo quelle riferite a particolari cautele per alcune voci di entrata); nel caso contrario segnalatemele.
Stefano
- File allegati
ANDREOTTI STEFANO- Messaggi : 379
Data d'iscrizione : 23.08.10
Re: PROSPETTO PATTOSTAB
Scusatemi...che fine ha fatto il D.M. attuativo dell'art. 1, comma 93 della legge 220/2010 (rapporto % fra saldo obiettivo e la spesa corrente media che per il mio comune non doveva superare il 7%)???
Se non c'è, gioco forza, non ne posso tenere conto!!
Se non c'è, gioco forza, non ne posso tenere conto!!
annam- Messaggi : 441
Data d'iscrizione : 26.10.10
Domani in G.U. l'atteso dpcm correttivo del Patto 2011
da ITALIA OGGI – pag.25 RAssegna stampa di oggi
Domani in Gazzetta Ufficiale l'atteso dpcm correttivo che alleggeri-sce gli obiettivi dei comuni
Il Patto 2011 premia i più piccoli
Ma a beneficiare dello sconto maggiore è Torino (-30 mln)
er i comuni arrivano ufficialmente gli sconti sul patto di stabilità 2011. Dopo più di tre mesi d'attesa i sindaci potranno finalmente appli-care ai rigidi obiettivi con-tabili fissati dal dl 78/2010 e dalla legge di stabilità (n. 220/2011) le correzioni ne-cessarie a renderli sostenibi-li. Il tutto in tempo utile per programmare i bilanci di previsione, il cui termine di approvazione scadrà il pros-simo 30 giugno. Il dpcm che individua le soglie di salvaguardia oltre le quali non potrà spingersi il con-tributo chiesto ai municipi sarà pubblicato domani sul-la Gazzetta Ufficiale n.120. Per i sindaci si conclude co-sì una lunga attesa visto che sul provvedimento (che a norma di legge doveva esse-re varato entro il 31 dicem-bre 2010) l'accordo tra il governo e le autonomie era stato raggiunto il 2 febbraio scorso. Ma poi il testo si è impantanato alla Corte dei conti che sembrava non vo-lerne sapere di rilasciare il visto di regolarità contabile. E già qualcuno iniziava a temere che dietro il silenzio della Corte potessero na-scondersi problemi di man-canza di copertura dell'asse-gno di 480 milioni stanziato dall'esecutivo. Da cui va però decurtato il sostanzioso aiuto a Milano per l'orga-nizzazione dell'Expo 2015 (110 milioni di euro a pa-lazzo Marino e 20 a palazzo Isimbardi). Restano sul piat-to 310 milioni per il com-parto dei comuni e 40 per le province che serviranno a ridurre gli obiettivi in quelle realtà locali in cui l'applica-zione delle nuove regole avrebbe determinato effetti (quasi) devastanti. La ne-cessità di riequilibrio. E dire che, rispetto agli anni passati, il Patto 2011 sem-brava essere partito col pie-de giusto dopo la decisione del legislatore di abbando-nare il criterio vigente fino al 2010 (miglioramento del saldo 2007) per adottare, su richiesta dell'Anci, un nuo-vo parametro giudicato più equo e stabile: l'equilibrio di bilancio, ossia il pareggio tra entrate e uscite calcolate con il metodo della «com-petenza mista». A questo criterio generale, il Patto 2011 ne ha aggiunto uno specifico per ogni singolo ente: ai sindaci è stato chie-sto un miglioramento per-centuale della spesa corren-te 2006/2008. Dopodiché l'obiettivo, così determinato, andrà raffrontato con quello che si sarebbe ottenuto ap-plicando i vecchi parametri (dl 112/2008) e ulteriormen-te corretto (in aumento o in riduzione) del 50%. È ap-parso subito chiaro, tuttavia, che questo meccanismo par-ticolarmente complesso a-vrebbe richiesto ad alcuni enti obiettivi insostenibili, superiori in alcuni casi (cir-ca 550 comuni) al 10% del-la spesa corrente. Per questo il dpcm 23 marzo 2011, che andrà domani in Gazzetta, ha individuato tre percen-tuali di salvaguardia (in ba-se alla fascia demografica) oltre le quali la manovra non potrà andare. Da 5.000 a 10.000 abitanti l'obiettivo in valore assoluto non potrà essere superiore al 5,4% della spesa corrente media triennale, da 10.000 a 200.000 il limite è fissato al 7%, mentre per i comuni sopra i 200.000 si appliche-rà una percentuale del 10,5%. Gli effetti benefici sui conti compensano la dif-ficoltà del meccanismo. In termini pro capite grazie alla correzione contenuta nel dpcm si passerà da un obiettivo pari a 60,4 euro a uno di 44,6 euro, unifor-memente distribuito sul ter-ritorio. E che premierà so-prattutto i comuni medio-piccoli. Con qualche ecce-zione. Il comune che bene-ficerà dello sconto maggiore sarà infatti Torino (30 mi-lioni circa), seguito da Par-ma (-19 milioni), e Taranto (-14,5 milioni). Solo 13 comuni dovranno andare incontro a una manovra su-periore ai 100 euro pro capi-te (tra cui proprio Torino con 138 euro a cittadino) mentre solo tre sindaci do-vranno sostenere una mano-vra tra il 10 e il 10,5%.
Domani in Gazzetta Ufficiale l'atteso dpcm correttivo che alleggeri-sce gli obiettivi dei comuni
Il Patto 2011 premia i più piccoli
Ma a beneficiare dello sconto maggiore è Torino (-30 mln)
er i comuni arrivano ufficialmente gli sconti sul patto di stabilità 2011. Dopo più di tre mesi d'attesa i sindaci potranno finalmente appli-care ai rigidi obiettivi con-tabili fissati dal dl 78/2010 e dalla legge di stabilità (n. 220/2011) le correzioni ne-cessarie a renderli sostenibi-li. Il tutto in tempo utile per programmare i bilanci di previsione, il cui termine di approvazione scadrà il pros-simo 30 giugno. Il dpcm che individua le soglie di salvaguardia oltre le quali non potrà spingersi il con-tributo chiesto ai municipi sarà pubblicato domani sul-la Gazzetta Ufficiale n.120. Per i sindaci si conclude co-sì una lunga attesa visto che sul provvedimento (che a norma di legge doveva esse-re varato entro il 31 dicem-bre 2010) l'accordo tra il governo e le autonomie era stato raggiunto il 2 febbraio scorso. Ma poi il testo si è impantanato alla Corte dei conti che sembrava non vo-lerne sapere di rilasciare il visto di regolarità contabile. E già qualcuno iniziava a temere che dietro il silenzio della Corte potessero na-scondersi problemi di man-canza di copertura dell'asse-gno di 480 milioni stanziato dall'esecutivo. Da cui va però decurtato il sostanzioso aiuto a Milano per l'orga-nizzazione dell'Expo 2015 (110 milioni di euro a pa-lazzo Marino e 20 a palazzo Isimbardi). Restano sul piat-to 310 milioni per il com-parto dei comuni e 40 per le province che serviranno a ridurre gli obiettivi in quelle realtà locali in cui l'applica-zione delle nuove regole avrebbe determinato effetti (quasi) devastanti. La ne-cessità di riequilibrio. E dire che, rispetto agli anni passati, il Patto 2011 sem-brava essere partito col pie-de giusto dopo la decisione del legislatore di abbando-nare il criterio vigente fino al 2010 (miglioramento del saldo 2007) per adottare, su richiesta dell'Anci, un nuo-vo parametro giudicato più equo e stabile: l'equilibrio di bilancio, ossia il pareggio tra entrate e uscite calcolate con il metodo della «com-petenza mista». A questo criterio generale, il Patto 2011 ne ha aggiunto uno specifico per ogni singolo ente: ai sindaci è stato chie-sto un miglioramento per-centuale della spesa corren-te 2006/2008. Dopodiché l'obiettivo, così determinato, andrà raffrontato con quello che si sarebbe ottenuto ap-plicando i vecchi parametri (dl 112/2008) e ulteriormen-te corretto (in aumento o in riduzione) del 50%. È ap-parso subito chiaro, tuttavia, che questo meccanismo par-ticolarmente complesso a-vrebbe richiesto ad alcuni enti obiettivi insostenibili, superiori in alcuni casi (cir-ca 550 comuni) al 10% del-la spesa corrente. Per questo il dpcm 23 marzo 2011, che andrà domani in Gazzetta, ha individuato tre percen-tuali di salvaguardia (in ba-se alla fascia demografica) oltre le quali la manovra non potrà andare. Da 5.000 a 10.000 abitanti l'obiettivo in valore assoluto non potrà essere superiore al 5,4% della spesa corrente media triennale, da 10.000 a 200.000 il limite è fissato al 7%, mentre per i comuni sopra i 200.000 si appliche-rà una percentuale del 10,5%. Gli effetti benefici sui conti compensano la dif-ficoltà del meccanismo. In termini pro capite grazie alla correzione contenuta nel dpcm si passerà da un obiettivo pari a 60,4 euro a uno di 44,6 euro, unifor-memente distribuito sul ter-ritorio. E che premierà so-prattutto i comuni medio-piccoli. Con qualche ecce-zione. Il comune che bene-ficerà dello sconto maggiore sarà infatti Torino (30 mi-lioni circa), seguito da Par-ma (-19 milioni), e Taranto (-14,5 milioni). Solo 13 comuni dovranno andare incontro a una manovra su-periore ai 100 euro pro capi-te (tra cui proprio Torino con 138 euro a cittadino) mentre solo tre sindaci do-vranno sostenere una mano-vra tra il 10 e il 10,5%.
serenella30- Messaggi : 131
Data d'iscrizione : 16.08.10
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