Devoluzione gettone di presenza

Alcuni consiglieri comunali vorrebbero devolvere una percentuale dei loro gettoni di presenza al partito cui sono iscritti. Se presentano apposita richiesta, il Comune può liquidare direttamente al partito tale percentuale?

E ci manca solo piu' questa!!!
Nel diritto tale cessione non puo' essere a carico del datore di lavoro derivandone che i soggetti percepiranno le indennita' come previste e successivamente disporranno come meglio pare .
E' una liberalita' tutta loro non confrontabile con le cessioni sindacali che avvengono per delega.

Daniela Restani ha scritto:Alcuni consiglieri comunali vorrebbero devolvere una percentuale dei loro gettoni di presenza al partito cui sono iscritti. Se presentano apposita richiesta, il Comune può liquidare direttamente al partito tale percentuale?

Buongiorno Daniela,
anche nel ns. Ente alcuni Consiglieri hanno chiesto la Devoluzione di una percentuale dei gettoni percepiti ai rispettivi Partiti politici di appartenenza. Noi gli abbiamo fatto compilare una richiesta contenente tutti i dati del partito politico e della percentuale di devoluzione. Mensilmente il ns. programma di gestione delle buste paga calcola automaticamente la %le e la stessa viene versata, per ogni singolo Consigliere, al Partito di riferimento. Siccome poi tale devoluzione è detraibile dalla dichiarazione dei redditi allora essendo noi il datore di lavoro gli riconosciamo la detrazione al momento dei conguagli di fine anno (quindi con la busta paga di Dicembre). Poi tutti i dati delle detrazioni vengono riportati nel Cud nella casella 40 e nel punto 59 + nelle Annotazioni con il Codice AT - Erogazioni liberali ai partiti politici). Per regolarità fiscale ci facciamo rilasciare da ogni singolo Partito politico apposita certificazione (in duplice copia) delle somme percepite in nome e per conto per ciascun consigliere devolvente. Praticamente abbiamo una doppia certificazione per ogni Consigliere comunale. Un originale della certificazione viene poi consegnata ai vari consigleri comunali unitamente al Cud mentre l'altro originale lo teniamo agli atti.
Spero di esserti stata di aiuto.
Ciao

Con il massimo rispetto il datore di lavoro , nel caso l'ente locale e quindi ente pubblico che paga i propri dipendenti con pubblico denaro non puoì' optare per adempimenti non previsti per legge e liberali a favore di pubblici amministratori.
Quanto descritto da Lucia a mio parere se entrasse in un aula di una corte dei conti avrebbe difficile spiegazione dell'impiego in tal guisa delle risorse umane dell'ente.....

Paolo Gros ha scritto:Con il massimo rispetto il datore di lavoro , nel caso l'ente locale e quindi ente pubblico che paga i propri dipendenti con pubblico denaro non puoì' optare per adempimenti non previsti per legge e liberali a favore di pubblici amministratori.
Quanto descritto da Lucia a mio parere se entrasse in un aula di una corte dei conti avrebbe difficile spiegazione dell'impiego in tal guisa delle risorse umane dell'ente.....

Scusa ma non si tratta di di "soldi pubblici" poichè la parte che viene devoluta al partito politico viene detratta dal compenso erogato ad ogni singolo consigliere devolvente. Praticamente se il consigliere "X" percepisce €. 100,00 per gettoni di presenza del mese "Y" e se lo stesso devolve il 10% al partito politico "Z" allora il compenso erogato al consigliere "X" non sarà di €. 100,00 ma di €. 90,00 e al partito politico sarà versata la quota corrispondente e €. 10,00 (in tutto si paga sempre €. 100,00 solo che sono ripartite a favore di due beneficiari e non a favore del solo consigliere comunale).

Non parlo dei gettoni ma parlo del tempo , e quindi risorse umane , degli apparati comunali utilizzati ( PC , carta etc 9 ) utilizzati per pagare , sullo stile delle trattenute sindacali o del quinto delle stipendio, erogazioni liberali ai partiti politici.

Il tempo lavoro degli addetti agli stipendi e' un costo per l'ente e per i cittadini per cui se gli amministratori vogliono fare tale liberalita' lo possono fare ma per loro conto e non utilizzando i dipendenti del comune come segretari particolari o loro commercialisti.

Paolo Gros ha scritto:Non parlo dei gettoni ma parlo del tempo , e quindi risorse umane , degli apparati comunali utilizzati ( PC , carta etc 9 ) utilizzati per pagare , sullo stile delle trattenute sindacali o del quinto delle stipendio, erogazioni liberali ai partiti politici.

Il tempo lavoro degli addetti agli stipendi e' un costo per l'ente e per i cittadini per cui se gli amministratori vogliono fare tale liberalita' lo possono fare ma per loro conto e non utilizzando i dipendenti del comune come segretari particolari o loro commercialisti.

Purtroppo, come sicuramente saprai, non si tratta di scelte discrezionali ma di obblighi imposti dalla legge. Se un dipendente o un amministratore locale (il cui reddito è assimilato fiscalmente a quello per lavoro dipendente) chiede di devolvere una parte della sua retribuzione/compenso ad una ONLUS o ad un partito politico o a qualsiasi altra associazione, oppure se chiede al proprio datore di lavoro (che è anche sostituto d'imposta) di riconoscergli le detrazioni per i canoni di locazione o per le rette dell'asilo dei propri figli, il sostituto d'imposta non può esimersi dal farlo in quanto la legge riconosce al dipendente tale possibilità. Qualora si trattasse di scelte discrezionali spetterebbe ai dirigente valutare sul da farsi ma, in presenza di richiesta protocollata e conforme alla normativa, non possiamo che darvi seguito.