FUNZIONI ASSOCIATE

Salve, sono un segretario comunale di prima nomina (e sono donna) che svolge le proprie funzioni in Comuni sotto i 3000 abitanti. Mi sto chiedendo, con l'obbligo delle funzioni associate che coinvolgano un territorio di almeno 10.000 abitanti o, meglio ancora, l'unione di almeno 5000 abitanti laddove si tratti di Comuni sotto i 1000, che fine farò?
Qualcuno mi aiuta ad interpretare il mio ruolo?
arcobaleno2011

Nell'attuale nessun comune sotto i 1000 ma nemmeno sotto i 3000 si puo' permettere un segretario a tempo pieno conseguendone che ad un segretario molto spesso fanno capo due, tre ed anche quattro comuni in convenzione.
Ne deriva che in sede di unione tale segretario avra' un ente in piu' , ovvero l'unione.
In caso di convenzionamento probabilmente avverra' tra enti che gia' hanno il segretario in convenzione e nulla cambia.
Si cambia tutto per non cambiare nulla .
Certo che se per raggiungere 10.000 abitanti i comuni fossero 20 ( come potrebbe accadere in Piemonte ) i quattro o cinque segretari continueranno nei loro compiti sui comuni che attualmente hanno.
Gli unici soggetti fortemente penalizzati sono gli attuali responsabili dei servizi che da quattro diventeranno uno etc ....
Di questo nessuno parla ed a quanto pare nessuno si preoccupa.

dubito che le unioni decollino ,non fosse altro per il fatto che tutto è demandato alla giunta dell'unione ,senza alcun potere ai singoli comuni....tuttavia nei singoli comuni costituenti l'unione rimane pur sempre il consiglio comunale che si affiancherà a quello dell'unione (proliferano gli organi altro che riduzione!!!)sia pure ,il primo,con funzioni di indirizzo ....bisognerà vedere in caso di unioni come l'esercizio dell'ufficio di segreteria venga disciplinato tenuto conto che non necessariamente il segretario dell'unione deve essere un segretario comunale...e tenuto conto che l'ages non consentiva le convenzioni tra unioni e comuni per la gestione della segreteria
se non scelgono la via dell'unione,molto probabile,il comune sotto i 1000 dovrebbe convenzionarsi con altro comune di pari entità e comunque non superare i 3000 quota prevista per i neo segretari.....qui il problema sta nel fatto che i comuni sotto i 1000 per evitare l'unione devono al 30 9 2012 dimostrare di aver convenzionato tutti i servizi con altro comune....
infine ma sarà l'elemento che potrà essere sollevato anche in sede giudiziaria ossia che le convenzioni di segreteria per loro specialità essendo disciplinate da apposita normativa settoriale rimangono fuori dall'ambito di applicazione della manovra...
la problematica è seria e piena di insidie ...purtroppo si nota il silenzio delle ooss di categoria.

"...dubito che le unioni decollino ,non fosse altro per il fatto che tutto è demandato alla giunta dell'unione ,senza alcun potere ai singoli comuni....tuttavia nei singoli comuni costituenti l'unione rimane pur sempre il consiglio comunale che si affiancherà a quello dell'unione (proliferano gli organi altro che riduzione!!!)..."

In merito a quanto detto, concordo!! A mio avviso le unione di Comuni portano solo ad una proliferazioni di cariche, senza apportare particolari benefici. Per la riduzione della spesa opterei per una gestione associata di servizi e funzioni....o, quando possibile, ad una fusione di Comuni....

l'unione porta economie solo in un caso ossia quando i due comuni che danno luogo all'unione si fondono creando un solo ente ....invececon la manovra di agosto due comuni che danno luogo ad unione creano un terzo ente con una propria struttura ,propri adempimenti(ulteriori),propria organizzazione e via dicendo..senza contare che la nuova unione ,costituita magari da due comuni che stentano a pagare gli stipendi,dovrebbe far fronte a nuove e gravose spese di implementazione (nuovi programmi,inventari relativi alla successione di rapporti giuridici ed economici ,nuovi statuti e via dicendo....)e tutto questo senza contributi ad hoc....
in lombardia dove esistono diverse unioni,che la manovra mette a rischio perchè non arrivano a 5000 abitanti,le stese si sono formate perchè la regione ha concesso sostanziosi contributi di avvio e di esercizio....
le gestioni associate possono essere anche un mezzo ,più che di risparmio ,di ottimizzazione delle risorse soprattutto il personale ma senza limiti dimensionali precostituiti(men che meno i 10.000 abitanti che in alcune realtà significa coinvolgere anche 10-15 comuni) ...quindi si all'obbligo di associare le funzioni,ma lasciando ai singoli comuni la scelta del numero dei comuni con cui associarsi..perchè se nella realtà è facile costituire gestioni associate di polizia locale anche con 10 comuni...molto difficile è fare la stessa cosa con l'ufficio tecnico o di ragioneria.....

Un caro saluto ad "arcobaleno 2011".Prima nomina in Piemonte ? Benvenuta tra di noi ! Certo che sei arrivata in um momento un pò ......difficile.
Anch'io, pur essendo in teoria a tre anni dalla pensione,ma ormai non mi illudo più di tanto, vorrei capire qualcosa del mio futuro.
Supponiamo che si faccia un'unione tra una dozzina di comuni, tutti sotto i mille oppure alcuni sotto i mille ed alcuni tra i mille ed i tremila,ma qui la vedo quasi impossibile, e che adesso tra tutti questi comuni ci siano4/ 5 segretari; nei comuni sotto i mille ci sarà solo più il consiglio,non ci sarà più il bilancio ecc...; se già adesso alcuni colleghi hanno convenzioni a sei /sette /otto comuni ( e sono quelli che hanno ROVINATO la categoria, invogliando gli amministratori a dire che siamo superflui !!! )è ovvio che, dopo, uno solo sarà piu che sufficiente per tutti i comuni convenzionati fossero anche 20, come diceva un sindaco del torinese. E gli altri 3/4 colleghi dove vanno ??? A casa? Prepensionamento? (magari !!).
Che poi con le Unioni i costi aumenteranno lo capisce anche un cretino e vorrei capire a chi e venuto in mente di scrivere una porcata simile.Già mi immagino come saranno contente le ditte di software ! Ed i vari "consulenti" che saranno invitati ai convegni di studio.... (un famoso "gruppo" del giro ha già cominciato...e vai cominciamo a spendere!!)Ma da chi è stata scritta la norma ? da calderoli ? ha voluto fare anche qui il porcello ?

le unioni come configurate dalla manovra non andranno da nessuna parte per tanti motivi a partire dalla impossibilità di funzionamento ,ai maggiori costi,alla sostanziale delega in capo ad emeriti sconosciuti(ossia la giunta dell'unione) dell'amministrazione di più territori,alla soggezione al patto di stabilità anche se dell'unione fanno parte comuni sub 1000......
i piccoli comuni sub 1000,e in tal senso qualcuno si sta già muovendo andranno verso le gestioni associate di tutti i servizi ...anche perchè un comune superiore a 1000 abitanti non ha nessun interesse a fare unioni con comuni sub 1000 dato che delegherebbe tutto alla giunta dell'unione......
nella problematica si nota l'assoluta assenza di interventi delle organizzazioni dei segretari comunali,unione in primis,ma in fin dei conti l'unione si è sempre interessata dei segretari dei mega comuni,della direzione generale,dell'apicalità e via dicendo dimendicando che almeno l'ottanta per cento dei segretari opera nei comuni sub 5000 ,probabilmente i più coinvolti dalla manovra(ANCHE SE IO SOSTENGO CHE LE CONVENZIONI DI SEGRETERIA HANNO CARATTERE DI SPECIALITA' RISPETTO ALLA MANOVRA DATO CHE HANNO UNA PROPRIA DISCIPLINA SPECIFICA DPR DEL 1997)


comunque sull'argomento un articolo del sole 24 ore



Enti locali. Con i nuovi vincoli approvati dalla manovra bis nessuno vorrà diventare sindaco in un mini-municipio
L'agonia dei piccoli Comuni


L
a manovra bis predisposta in tutta fretta dal Governo col DL 138 /2011 e varata definitivamente dal Parlamento la scorsa settimana ha dato un duro colpo all'autonomia gestionale dei piccoli comuni, in special modo quelli fino a mille abitanti. Con l'articolo 31 è stata introdotta una nuova normativa ordinamentale che ha modificato radicalmente consolidate norme previste dal vigente Testo Unico degli Enti locali e rafforzato gli obblighi in tema di associazionismo forzoso introdotti di recente. Il nuovo testo oltre a ridurre gli organi dei piccoli Comuni, sancisce la fine dell'autonomia gestionale degli enti fino a mille abitanti e ne limita fortemente la portata per quelli fino a 5.000 mentre prevede regole più stringenti per tutti, piccoli o grandi che siano, per permessi e riunioni. Un primo passo verso la fusione forzata e la conseguente riduzione dei centri di spesa? Probabilmente sì, perché fare il sindaco di un mini comune solo per esercitare le funzioni di ufficiale di governo, di autorità sanitaria locale o di pubblica sicurezza non sarà certo esaltante per nessuno. E ciò specialmente se si considera che per svolgere questi ruoli sarà necessario attingere risorse non più dal proprio bilancio ma da quello dell'unione di comuni cui si aderisce e servirsi di personale assegnato alla stessa Unione. Quanto si potrà andare avanti così? Certamente poco. Ma forse a tutto ciò una scappatoia si può anche trovare. Quella richiesta e ottenuta dall'Anpci negli incontri avuti recentemente con il sottosegretario Gianni Letta e col ministro Roberto Calderoli: poter attivare le convenzioni tra enti locali (ex articolo 30 del Testo Unico), sia pure per tutte le funzioni comunali. In tal modo non sussisterebbe più l'obbligo di entrare nelle Unioni e si continuerebbero a valorizzare risorse umane e strumentali proprie. Però, se i Comuni piccolissimi piangono, non ridono certamente quelli fino a 5.000 abitanti. Anche per loro c'è l'obbligo di esercitare le sei funzioni fondamentali previste dall'art. 21 della legge 42/2009 sul federalismo fiscale in ambiti territoriali fino a 10.000 abitanti. Si tratta, in pratica, di quasi tutti i servizi comunali finora espletati in maniera autonoma, con un'unica consolazione: si continuerà a mantenere un bilancio proprio, asfittico sì, ma pur sempre autonomo. Un bilancio che, dulcis in fundo, dal 2013 sarà sottoposto al famigerato patto di stabilità. Prospettive non rosee, quindi, per nessuno. E questo a meno che la forte pressione esercitata dalle associazioni e dai sindaci, nelle sedi istituzionali come nelle piazze, non induca il Governo a riaprire una dibattito franco e serio sul futuro delle autonomie locali. Un dibattito al di fuori dell'emergenza attuale che porti a considerare tutte le sfaccettature di una vicenda molto complicata che non si può gestire o modificare a colpi di decreti. La discussione parlamentare ancora aperta sulla carta delle Autonome o la stessa Commissione paritetica tra Governo – regioni - province - comuni prevista dall'ordine del giorno votato dalla Camera dei Deputati la scorsa settimana potrebbero essere le sedi ideali per migliorare una normativa non certo esaltante per nessuno e che probabilmente non otterrà i risparmi previsti.

Clemente Dominici
Rappresentante regionale Anpci Lazio

Io non capisco bene come si possano associare tutti i servizi entro il 30 settembre 2012 ....., ammesso che tu ti riferisca al comma 16 dell'art 16, ed entro il mese successivo (!!!) attestare il conseguimento di significativi livelli di efficienza ed efficacia .
Cioè in concreto si fanno convenzioni per anafrafe stato civile elettorale finanziario tributi tecnico polizia edilizia urbanistica segreteria ,a parte segreteria comunale, che è un'altra storia,ecc....ma il personale dova lavora ? si sposta o sta dov'è adesso ?da chi dipende ? scusa ma mi sento un pò confuso...

ci sono diversi modelli organizzativi (il forum riporta ad esempio quelli predisposti dalla Toscana - modello accentrato - modello decentrato)....si tratterà di individuare il modello migliore ,o meglio più funzionale,per ogni gestione associata partendo dalle realtà associative già esistenti...di regola almeno al nord ,molti comuni hanno già convenzioni in essere,a parte la segreteria,spesso sono convenzionati i servizi di polizia locale ,i suap,talvolta gli uffici tecnici....è chiaro che sarà più facile organizzare una gestione associata che coinvolga 2-3 comuni....ma se devi arrivare a 10.000 mettendo insieme 10/15 comuni sarà dura organizzare ....per questo penso (e auspico )che nelle regioni dove esistono tantissimi microcomuni(Lombardia-Piemonte),le regioni ridurranno i limiti dimensionali minimi per le gestioni associate...

Grazie!
Comunque ne vedremo di tutti i colori dell'arcobaleno, tanto per salutare ancora la collega; ad esempio unione adesso formata da comuni sotto i mille e sopra i mille, con funzioni trasferite di polizia locale ass.scolastica e poco altro.Penso dovrà sciogliersi per forza ....Piccoli contro "grandi", bellissimo ! Complimenti al legislatore !

tante unioni già costituite e che non aggiungono i 5000 abitanti (e sono tante almeno in lombardia)o si trasformano raggiungendo quota 5000 (salvo diverso limite regionale)oppure devono sciogliersi....non solo la manovra ha sancito la non compatibilità tra unioni e convenzioni ,quindi i comuni di una certa consistenza (diciamo 2000-3000 abitanti) che attualmente hanno in corso una unione ma anche convenzioni con altri comuni dovranno optare...insomma quattro commi scombussolano l'esitenza millenaria di tanti comuni....

Per concludere ribadisco quanto ho scritto venerdi scorso su questo forum :

" ....Allora perchè non proporre a tutti di farsi commissariare quando sarà l'ora (fra sei mesi) di fare la proposta di aggregazione alla Regione.
Venga un prefettizio o un dirigente regionale e facciano pure loro.... "

Tanto, peggio di così....

Anche io non riesco a capire come in questo momento abbiano potuto nominarti a tempo pieno.
In ogni caso i tempi saranno duri per tutti, non preoccuparti troppo.
Prima o poi ti convenzioneranno.
Per quanto riguarda le future unioni credo che si dovrà trovare una soluzione anche a livello legislativo, perchè è vero che rimarranno i consigli, ma faranno poco o niente visto che l'art. 16 prevede anche la riscrittura delle norme di contabilità per poter approvare un unico bilancio.
Ma siccome questo art. 16 prevede un mucchio di cose, anche a livello ordinamentale, dubito fortemente che si riesca a scriver e ad approvare da parte di tutti gli attori coinvolti ( stato, regioni, comuni, prefetti) nei tempi stabiliti le norme e gli strumenti giuridici previsti.
Credo che ci sarà un rinvio.

l'articolo 16 pone diverse problematiche :
i comuni sotto i 1000 possono liberamente associarsi con chiunque.....ma se si associano con un comune di fascia tra 1000 e 5000 si ha la conseguenza che il primo comune rispetta gli obblighi di gestione associata....l'altro no(perchè dovrebbe arrivare a 10.000)
per i segretari il dpr del 1997 rimane malgrado l'opinione di qualcuno in quanto normativa settoriale che richiede deroga espressa (come è avvenuto nel 2005 con il decreto legge che consente le convenzioni extraregionali tra comuni confinanti)
il vero problema potrebbe essere quelloinerente i comuni che vanno a costituire unioni e per due motivi :
non sono possibili convenzioni tra comuni ed unioni per i servizi di segreteria
l'unione non necessariamente deve avere un segretario comunale come suo segretario....
comunque stante i vincoli sia politici che di rappresentanza che economici (patto di stabilità)le unioni cossì come previste dalla manovra sono destinate a fallire....

commento alla manovra con specifico riferiemnto a gestioni associate e unioni del segretario anci lombardia

"In questa manovra il Governo ha inserito, senza mostrare alcun segno di lealtà istituzionale, una rivisitazione dell'obbligatorietà della gestione associata per i piccoli Comuni. In Lombardia questi sono 1.152, il 75% del totale. Di obbligatorietà si parlava già nella manovra del 2010 e i Comuni l'avevano accolta come una sfida per offrire servizi adeguati ai cittadini e alle imprese senza per questo perdere l'autonomia, la partecipazione alla democrazia locale, la storia, fattori che contribuiscono a mantenere vivo nei piccoli comuni quel capitale sociale che ancora li differenzia dall'essere tanti satelliti-dormitorio che gravitano intorno alle città più grandi. Con la manovra di agosto il governo ha cambiato le carte in tavola, prima proponendo la cancellazione dei piccolissimi comuni in nome di chissà quali tagli ai costi della politica (un consigliere percepisce 17 euro a seduta per 5-6 sedute all'anno, un assessore 100 euro al mese che spesso neppure ritira), poi obbligando i comuni sotto i 1.000 a sciogliere le giunte e conferire all'unione tutte le loro funzioni. Questo comporterà, prevediamo, lo scioglimento di molte delle unioni già esistenti e una sicura complicazione del quadro istituzionale, mentre i risparmi sono ancora tutti da dimostrare "

unioni /gestioni associate/comuni fino a 1000/comuni da 1000 a 5000/Sei funzioni fondamentali /deroghe regione/ coesistenza dei comuni sotto i 1000 con quelli sopra i mille ecc....mi sto perdendo !
C'è qualche anima buona che, magari fra qualche giorno, riuscirà a mettere giù una scaletta di cosa devono fare, o meglio ,possono scegliere di fare, i comuni sotto i mille e sopra i mille in riferimento all'art 16. Ad es il comma 24 ha riscritto il dl 78 per cui per le sei funzioni associate obbligatorie entro il 2012 occorre arrivare a 10000 abitanti....
Cioè cosa succede se si sceglie l'unione o la gestione associata o quelli fino a 1000 da soli, oppure 1000 con quelli sopra ecc.... Mi pare che sia tutto un gioco....
Ma i Comuni secondo la Costituzione non sono ENTI AUTONOMI ?
E adesso invece ci dicono tu devi andare qui, oppure devi andare la,però se vai da quella parte devi andare con quello la perchè altrimenti l'altro perde la giunta ecc...oppure fai la gestione associata, però devi fare 10000,ma la Regione può derogare ecc....Cosa siamo diventati ?

semplifichiamo
posto che un comune di 1000 abitanti non sceglie l'unione,deve METTERE IN CONVENZIONE TUTTI I SERVIZI CON ALTRI COMUNI entro il 31 9 2012 dimostrando di conseguire economie gestionali perchè (non sto scherzando)il ministero redigerà un elenco dei comuni che rispettano le condizioni
se un comune è tra 1000 e 5000 deve costituire entro il 31 12 2012 le gestioni associate in due step
31 12 2011 due funzioni
31 12 2012 le altre 4 funzioni
le gestioni devono fare 10.000 (salvo come si auspica)che le regioni stabiliscano un limite inferiore...
questa è la semplificazione,primo problema ...cosa accade se un comune sub 1000 si pone in convenzione con un comune tra 1000 e 5000....il primo comune rispetta la legge (perchè per i comuni sotto i 1000 non sono previsti limiti dimensionali) il secondo no....perchè dovrebbe arrivare a 10.000 come gestione associata....prevedo pareri a go go.....

OK:Grazie ! Più o meno è quello che avevo capito io.
Chissà quanto costerà ai comuni questa riforma anche solo a livello di "consulenze",corsi ,pareri ecc... e quanto tempo dovremo riservare ai nostri amministratori per spiegare cosa succederà !

appena capiranno che costituire una unione significa intanto mettere insieme tanti comuni da arrivare a 5000 abitanti e poi non avere più le giunte comunali ,avere consigli comunali con funzioni di mero indirizzo e demandare tutta la gestione in capo alla giunta dell'unione ,trasferendo alla stessa patrimonio,risorse umane e strumentali
scarteranno questa ipotesi per cominciare a ricercare alleanze con i comuni limitrofi per arrivare alla soglia di legge e costituire gestioni associate...e sarà questo il vero problema perchè piaccia o meno i comuni sono come gli stati,ciascuno ha i suoi rapporti di buono o cattivo vicinato....
per il resto temo che molto in materia di gestione associata dovranno farlo segretari e responsabili di servizi finanziari sia in termini organizzativi che economici...resta comunque l'incognita di una manovra incostituzionale viste le limitazioni all'autonomia degli enti locali...non dimentichiamoci che la corte costituzionale ha in diverse sentenze detto che per ragioni di bilancio il governo nazionale può imporre limiti in termini di finalità di obiettivi ma non nei mezzi per conseguirli e che per le stesse comunità montane ,definite come unioni di comuni,ha la corte evidenziato che sussiste anche la competenza legislativa della regione

giusto per sapere ma le funzioni oggetto di associazione quali sono?

3. Per i comuni, le funzioni, e i relativi servizi, da considerare ai fini del comma 2 sono provvisoriamente individuate nelle seguenti:


a) funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo, nella misura complessiva del 70 per cento delle spese come certificate dall’ultimo conto del bilancio disponibile alla data di entrata in vigore della presente legge;
b) funzioni di polizia locale;
c) funzioni di istruzione pubblica, ivi compresi i servizi per gli asili nido e quelli di assistenza scolastica e refezione, nonché l’edilizia scolastica;
d) funzioni nel campo della viabilità e dei trasporti;
e) funzioni riguardanti la gestione del territorio e dell’ambiente, fatta eccezione per il servizio di edilizia residenziale pubblica e locale e piani di edilizia nonché per il servizio idrico integrato;
f) funzioni del settore sociale.