Aggiornamento programma ai sensi dell'art. 3 co. 55 L. 244/2007

L'Ente pensa di richiedere una consulenza, ma dovrebbe effettuare l'aggiornamento del programma ai sensi dell'art. 3 co. 55 della Legge 244/2007 e contestuale adeguamento del limite di spesa (art. 3 co. 56).
In quali casi o per quali motivi è possibile questa operazione? Oppure non ci sono particolari limitazioni?
Grazie per la risposta.

La norma fu scritta proprio per l'autolimitazione di tali spese individuate come patologiche.
E' all'interno del limite posto che occorre muoversi e non e' possibile la modificazione ( che sconvolgerebbe il senso della norma stessa ) valutando che una consulenza , per importante che possa essere, e' sempre e comunque evitabile.


inoltre :
La Corte dei conti, in sezioni riunite in sede di controllo, con deliberazione n.50/CONTR/11, si esprime in merito alla riduzione della spesa per incarichi professionali esterni, prevista dal Decreto Legge 78/2010 ed in particolare all'applicabilità del limite alle consulenze talmente specialistiche da essere al di fuori delle professionalità interne all’Amministrazione.

L’art.6, comma 7 del d.l. n.78/2010, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 122/2010, prevede che:
"Al fine di valorizzare le professionalita' interne alle amministrazioni, a decorrere dall'anno 2011 la spesa annua per studi ed incarichi di consulenza, inclusa quella relativa a studi ed incarichi di consulenza conferiti a pubblici dipendenti, sostenuta dalle pubbliche amministrazioni di cui al comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 dicembre 2009 n. 196, incluse le autorita' indipendenti, escluse le universita', gli enti e le fondazioni di ricerca e gli organismi equiparati nonche' gli incarichi di studio e consulenza connessi ai processi di privatizzazione e alla regolamentazione del settore finanziario, non puo' essere superiore al 20 per cento di quella sostenuta nell'anno 2009."

Secondo la Corte, non può essere accolta l’interpretazione secondo la quale il legislatore, riferendosi alla finalità di valorizzare le professionalità interne alle amministrazioni, avrebbe escluso dal novero delle spese soggette a limitazione le consulenze talmente specialistiche da essere al di fuori delle professionalità interne alle amministrazioni stesse.

In realtà l’ampia locuzione utilizzata dal legislatore non sembra consentire tale lettura la quale, inoltre, non appare coerente con la disciplina di cui all’art. 7, comma 6 del d.lgs. n. 165/2001 che prevede, tra i presupposti per il ricorso a collaborazioni, il preliminare accertamento dell’impossibilità oggettiva di utilizzare le risorse umane disponibili all’interno dell’amministrazione.

Caro Paolo,
ho fatto presente al responsabile del servizio finanziario che una volta approvato con il bilancio di previsione il limite di spesa per le collaborazioni e consulenze:
a)non si potesse più superare tale limite, poichè entro tale limite si doveva operare, altrimenti la norma non aveva senso di esistere;
b) avrei dato parere contrario sulla delibera di aumento del limite di spesa.
Il responsabile mi "bacchettava" adducendo che il sottoscritto conosceva superficialmente le norme (a detta sua) che regolamentano il limite di spesa e affermava che il consiglio, nonostante il parere contrario del revisore, avrebbe potuto approvare ugualmente la delibera del superamento del limite di spesa per le collaborazioni e consulenze.
La tesi del responsabile è che avrebbe potuto modificare e superare il limite di spesa, rispetto a quello stabilito con l'approvazione del bilancio, poichè rispettava comunque il decreto 78, il quale stabiliva che la percentuale degli incarichi di consulenza doveva essere ridotta dell'80% rispetto alle previsioni dell'anno 2009.
Pertanto, con la delibera di aumento del limite della spesa si stabiliva un importo per la consulenza tale che, sommato al precedente limite, rientrava comunque nel limite stabilito nell'anno 2009.
Esempio:
a) 160.000 euro limite di spesa previsto con l'approvazione del bilancio di previsione 2011;
b) 6.000 euro importo della consulenza
c) 166.000 nuovo limite di spesa 2011
d) 220.000 limite di spesa dell'ente in base al decreto 78.
Alla luce di quanto sopra, il rsf , a suo dire, avrebbe potuto aumentare quante volte avrebbe voluto il limite, purchè non superasse il limite stabilito dal decreto 78, ossia 220.000 euro!
E' il caso di dire "fatta la legge trovato l'inganno" oppure è una libera interpretazione del rsf. e, pertanto, è il caso di far esprimere la Corte dei Conti?
Detto questo, gradirei, se possibile, una tua autorevole considerazione.
Grazie per la solita gentilezza e professionalità.

Detto limite puo' essere aumentato nel rispetto del limte posto dal DL 78/2010 ma tale aumento deve essere preceduto dall'aggiornamento del programma ai sensi dell'art. 3 co. 55 della Legge 244/2007 e contestuale adeguamento del limite di spesa (art. 3 co. 56).
In ultimo o l'importo e' inserio a bilancio di previsione in sede di deliberazione dello stesso ovvero insede di variazione occorre adeguare ex ante il programma come detto.
Il CC puo' procedere comunque ed e' risaputo ma evidenzierei comunque il problema che rimanendo nei limiti del DL 78 non crea pero' nel caso danno erariale.