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anci lombardia e gestioni associate
Piccoli Comuni e gestioni associate, ANCI Lombardia chiede un incontro alla Regione
Il Pirellone ha per legge facoltà di determinare ambiti geografici e demografici ottimali.
ANCI Lombardia ha chiesto alla Regione un incontro per affrontare i temi legati alla gestione associata obbligatoria dei Piccoli Comuni, le cui regole sono state profondamente modificate dalla manovra economica, L.148/2011.
“La manovra di agosto stravolge il percorso di gestione associata obbligatoria previsto per i Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti – spiega la Presidente del Dipartimento Piccoli Comuni di ANCI Lombardia Ivana Cavazzini, - sostituendo o modificando norme recenti che i Comuni lombardi stavano già recependo. Per di più il calendario imposto dalla legge impone ai Comuni scadenze molto serrate e assegna alla Regione un ruolo fondamentale nella determinazione degli ambiti geografici ottimali e dei livelli demografici minimi che le nuove associazioni di Comuni dovranno assumere”.
Le regioni possono infatti, entro due mesi dall’entrata in vigore della legge, modificare i livelli demografici delle nuove unioni per i Comuni con meno di 1.000 abitanti, (a oggi la legge statale prevede per i piccolissimi Comuni unioni di almeno 5.000 abitanti, 3.000 per i Comuni montani) e delle gestioni associate per i Comuni tra i 1.000 e i 5.000 abitanti (in questo caso l’asticella è posta a quota 10.000 abitanti).
“La Lombardia è la regione d’Italia con il maggior numero di piccoli Comuni (1088) – continua Cavazzini – e presenta peculiarità geografiche molto diverse da zona a zona. I limiti demografici imposti dalla nuova legge sembrano francamente impossibili da raggiungere, soprattutto nelle zone montane e nell’Oltrepò. Si rischia di arrecare difficoltà e disagi maggiori dei problemi che si vorrebbero risolvere”.
“ANCI è convinta della necessità della gestione associata per i piccoli Comuni – prosegue la Presidente, che è anche sindaco di Drizzona (CR). - Solo in questo modo infatti riteniamo che si possa coniugare la necessaria adeguatezza dei servizi che i Comuni erogano a cittadini e imprese, alla salvaguardia della loro autonomia. Più che limiti demografici stabiliti astrattamente, però, riteniamo che si debbano privilegiare i processi di aggregazione che nascono dai Comuni stessi e che trovano nella realtà dei territori i loro ambiti ottimali, anche sulla scorta di progetti pilota già avviati in Lombardia e cui collaborano Regione, Province, Comuni”.
“C’è bisogno di un confronto costruttivo con la Regione – conclude Cavazzini – per individuare un percorso che salvaguardi le unioni esistenti oggi in Lombardia che rischiano di scomparire (e con loro i milioni investiti a sostegno dell’associazionismo comunale), e che accompagni i piccoli comuni lombardi sulla strada di gestioni associate stabili, in grado di migliorare l’efficienza e di erogare servizi di qualità ai cittadini e alle imprese del territorio”
Il Pirellone ha per legge facoltà di determinare ambiti geografici e demografici ottimali.
ANCI Lombardia ha chiesto alla Regione un incontro per affrontare i temi legati alla gestione associata obbligatoria dei Piccoli Comuni, le cui regole sono state profondamente modificate dalla manovra economica, L.148/2011.
“La manovra di agosto stravolge il percorso di gestione associata obbligatoria previsto per i Comuni al di sotto dei 5.000 abitanti – spiega la Presidente del Dipartimento Piccoli Comuni di ANCI Lombardia Ivana Cavazzini, - sostituendo o modificando norme recenti che i Comuni lombardi stavano già recependo. Per di più il calendario imposto dalla legge impone ai Comuni scadenze molto serrate e assegna alla Regione un ruolo fondamentale nella determinazione degli ambiti geografici ottimali e dei livelli demografici minimi che le nuove associazioni di Comuni dovranno assumere”.
Le regioni possono infatti, entro due mesi dall’entrata in vigore della legge, modificare i livelli demografici delle nuove unioni per i Comuni con meno di 1.000 abitanti, (a oggi la legge statale prevede per i piccolissimi Comuni unioni di almeno 5.000 abitanti, 3.000 per i Comuni montani) e delle gestioni associate per i Comuni tra i 1.000 e i 5.000 abitanti (in questo caso l’asticella è posta a quota 10.000 abitanti).
“La Lombardia è la regione d’Italia con il maggior numero di piccoli Comuni (1088) – continua Cavazzini – e presenta peculiarità geografiche molto diverse da zona a zona. I limiti demografici imposti dalla nuova legge sembrano francamente impossibili da raggiungere, soprattutto nelle zone montane e nell’Oltrepò. Si rischia di arrecare difficoltà e disagi maggiori dei problemi che si vorrebbero risolvere”.
“ANCI è convinta della necessità della gestione associata per i piccoli Comuni – prosegue la Presidente, che è anche sindaco di Drizzona (CR). - Solo in questo modo infatti riteniamo che si possa coniugare la necessaria adeguatezza dei servizi che i Comuni erogano a cittadini e imprese, alla salvaguardia della loro autonomia. Più che limiti demografici stabiliti astrattamente, però, riteniamo che si debbano privilegiare i processi di aggregazione che nascono dai Comuni stessi e che trovano nella realtà dei territori i loro ambiti ottimali, anche sulla scorta di progetti pilota già avviati in Lombardia e cui collaborano Regione, Province, Comuni”.
“C’è bisogno di un confronto costruttivo con la Regione – conclude Cavazzini – per individuare un percorso che salvaguardi le unioni esistenti oggi in Lombardia che rischiano di scomparire (e con loro i milioni investiti a sostegno dell’associazionismo comunale), e che accompagni i piccoli comuni lombardi sulla strada di gestioni associate stabili, in grado di migliorare l’efficienza e di erogare servizi di qualità ai cittadini e alle imprese del territorio”
francodan- Messaggi : 6152
Data d'iscrizione : 07.10.10
Località : 4 comuni e una unione in bassa lomellina
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