Turnover nelle Unioni dei Comuni

Il fatto che le Unioni di Comuni non sono soggette al patto di stabilità significa che il turnover è pari a 1, come avviene nei comuni con meno di 1.000 abitanti (anch'essi non soggetti al patto di stabilità) OPPURE è pari al 40%?


Unioni di Comuni sempre escluse dal Patto di stabilità

http://www.ilsole24ore.com/art/norme-e-tributi/2013-08-05/unioni-comuni-sempre-escluse-065020.shtml?uuid=AbVkENKI


Infatti in termini assunzionali, per i comuni soggetti al patto di stabilità si deve far riferimento all'articolo 1 commi 557, 557bis e 557ter della legge 296/2006

Per i comuni NON soggetti al patto di stabilità si deve far riferimento all'articolo 1 comma 562 della legge 296/2006.

Buongiorno,
in questo caso, vero che il patto di stabilità non impatta direttamente l'unione, ma la sua capacità assunzionale non è distinta da quella dei comuni componenti, i quali restano soggetti anche ai citati vincoli ex articolo 1 commi 557, 557bis e 557ter o ex comma 562.
Comuni che, da questo anno, vedranno però applicate anche le modifiche di progressivo aumento al limite del 40% spesa del personale introdotte dal Decreto 90/2014.
Per semplificare, se all'assunzione procede l'unione, il comune che ha disponibili i necessari resti assunzionali (fatta la tara di tutti i vincoli normativi) li cede all'unione rinunciando all'assunzione e, come tutti gli altri comuni partecipanti, nella sua spesa del personale futura sommerà sia le spese di personale alle dirette dipendenze per i servizi non (ancora) trasferiti all'unione, sia quelle per i dipendenti i quali svolgano la propria attività al di fuori del comune in qualunque forma di esternalizzazione, in quota parte da definire in sede di unione (per esempio percentualmente) coi restanti comuni partecipanti. (fonte Corte dei Conti).
Qualora necessitassero chiarimenti ulteriori, posso rispondere in “messaggio privato”.
Saluti,

Federico Segato

http://rassegna.provincia.bergamo.it:81/Articles/20140711/Art00013_20140711.htm

Per gli enti non soggetti al patto, invece, ossia per i comuni con meno di 1.000 abitanti e per le unioni di comuni, rimane confermata la regola del turnover integrale «per teste» fissata dall'articolo 1, comma 562, della legge 296/2006

Buongiorno,
ho letto l’approfondimento di Italia Oggi, dal quale estrapolo:
Sia gli enti soggetti [al Patto come i comuni con popolazione superiore a 1.000 abitanti] che quelli non soggetti [le unioni, composte da comuni che possono essere soggetti o non soggetti al Patto] devono comunque continuare a garantire il contenimento della spesa complessiva di personale: nel primo caso, il parametro di riferimento è l'anno precedente, mentre nel secondo è la spesa sostenuta nell'anno 2008 [per le unioni, naturalmente, vale l’anno di costituzione quando successivo al 2008].
Poi, il comma 105 art. 1 Legge 7 aprile 2014, n. 56 Delrio applica delle modifiche all'articolo 32 del Decreto 18 agosto 2000, n. 267 testo unico enti locali, ma aggiunge dei commi e, sbaglierò, ma non mi pare che sopprima il comma 5: All’unione sono conferite dai comuni partecipanti le risorse umane e strumentali necessarie all’esercizio delle funzioni loro attribuite. Fermi restando i vincoli previsti dalla normativa vigente in materia di personale, la spesa sostenuta per il personale dell’Unione non può comportare, in sede di prima applicazione, il superamento della somma delle spese di personale sostenute precedentemente dai singoli comuni partecipanti. A regime, attraverso specifiche misure di razionalizzazione organizzativa e una rigorosa programmazione dei fabbisogni, devono essere assicurati progressivi risparmi di spesa in materia di personale.
L’ultima frase di Italia Oggi è emblematica: Ora il dubbio è se la novella faccia venire meno l'obbligo di garantire che l'unione rispetti il limite rappresentato dalla spesa aggregata dei comuni aderenti. Sul punto, si propende per la risposta negativa, sulla scorta della consolidata giurisprudenza contabile e delle finalità di contenimento della spesa pubblica sottese all'obbligo di gestione in forma associata delle funzioni.
La fonte del mio primo post è la Deliberazione n.8 /AUT/2011/QMIG del 29 aprile 2011, Corte dei Conti Sezione delle Autonomie.
Della quale, per via del comma 5. dell’Art. 3. del Decreto 90/2014, è sicuramente meno attuale la frase emerge una considerazione sostanziale della spesa di personale, secondo la quale la disciplina vincolistica in tale materia non può incidere solo per il personale alle dirette dipendenze dell’ente, ma anche per quello che svolge la propria attività al di fuori dello stesso e, comunque, per tutte le forme di esternalizzazione, poiché ora per alcune forme di esternalizzazione viene meno anche l'obbligo, ai fini della verifica di tale limite, [enti la cui spesa di personale pesa più del 50% della spesa corrente] di consolidare la spesa di aziende speciali, istituzioni e partecipate.
Saluti,

Federico Segato