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la manovra anci
secondo anci nessun taglio er i comuni sub 5000
sito anci 5 12 2011
Ancora tagli ai trasferimenti, nessuna modifica immediata al Patto di stabilità, nonostante “segnali di apertura arrivati dal governo”. E reintroduzione dell’imposta sulla prima casa, con contestuale anticipo dell’Imu al 2012. Su questi architravi poggia l’insieme delle misure che graveranno sui Comuni a fronte della manovra “Salva Italia” annunciata ieri dall’esecutivo Monti.
Riguardo il Patto di stabilità, la cui modifica è ancora fortemente invocata dai Comuni, l’Anci ha ottenuto per ora una disponibilità ad affrontare la questione al più presto. Intanto gli obiettivi di Patto non verranno resi più stringenti rispetto a quelli attuali (si era parlato di 1,5 miliardi), sebbene i Comuni dovranno comunque sopportare un taglio dei trasferimenti statali per a 1,45 miliardi, che non toccheranno nel 2012 i piccoli Comuni con meno di 5 mila abitanti, e si concretizzeranno con una riduzione, tra l’altro, del fondo di riequilibrio e del fondo perequativo, strumenti indispensabili per mantenere in equilibrio i sacrifici chiesti ai Comuni con l’applicazione del federalismo fiscale.
Riguardo l’anticipo dell’Imu, si parte innanzitutto con una revisione delle rendite catastali per le abitazioni, che saliranno del 60%. Sulla base di questo nuovo parametro, l’aliquota Imu è stata fissata al 7,6 per mille, con una riduzione al 4 per mille (forse 3,6 per mille) per le prime case.
Viene concessa, come chiesto dall’Anci, la manovrabilità dell’aliquota, che i Comuni potranno aumentare anche del 3 per mille. Prevista inoltre una possibile detrazione di 200 euro per i proprietari di prima casa.
Con queste novità lo Stato riuscirebbe a incassare 11 miliardi in più dalla tassazione sugli immobili (il doppio rispetto a oggi). Nelle casse dei Comuni, invece, potranno restare solo gli introiti provenienti dalla manovrabilità delle aliquote, e che inevitabilmente saranno utilizzati per il rifinanziamento del fondo di riequilibrio, minacciato dai tagli governativi.
A partire dal 2013 i Comuni potranno contare anche sul nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, che andrà a sostituire Tarsu e Tia.
Nell’ambito dei provvedimenti per la riduzione dei costi della politica, infine, ai Comuni verranno trasferite parte delle funzioni delle Province, che perderanno le giunte a avranno un limite massimo di 10 membri per ogni consiglio. (mv)
sito anci 5 12 2011
Ancora tagli ai trasferimenti, nessuna modifica immediata al Patto di stabilità, nonostante “segnali di apertura arrivati dal governo”. E reintroduzione dell’imposta sulla prima casa, con contestuale anticipo dell’Imu al 2012. Su questi architravi poggia l’insieme delle misure che graveranno sui Comuni a fronte della manovra “Salva Italia” annunciata ieri dall’esecutivo Monti.
Riguardo il Patto di stabilità, la cui modifica è ancora fortemente invocata dai Comuni, l’Anci ha ottenuto per ora una disponibilità ad affrontare la questione al più presto. Intanto gli obiettivi di Patto non verranno resi più stringenti rispetto a quelli attuali (si era parlato di 1,5 miliardi), sebbene i Comuni dovranno comunque sopportare un taglio dei trasferimenti statali per a 1,45 miliardi, che non toccheranno nel 2012 i piccoli Comuni con meno di 5 mila abitanti, e si concretizzeranno con una riduzione, tra l’altro, del fondo di riequilibrio e del fondo perequativo, strumenti indispensabili per mantenere in equilibrio i sacrifici chiesti ai Comuni con l’applicazione del federalismo fiscale.
Riguardo l’anticipo dell’Imu, si parte innanzitutto con una revisione delle rendite catastali per le abitazioni, che saliranno del 60%. Sulla base di questo nuovo parametro, l’aliquota Imu è stata fissata al 7,6 per mille, con una riduzione al 4 per mille (forse 3,6 per mille) per le prime case.
Viene concessa, come chiesto dall’Anci, la manovrabilità dell’aliquota, che i Comuni potranno aumentare anche del 3 per mille. Prevista inoltre una possibile detrazione di 200 euro per i proprietari di prima casa.
Con queste novità lo Stato riuscirebbe a incassare 11 miliardi in più dalla tassazione sugli immobili (il doppio rispetto a oggi). Nelle casse dei Comuni, invece, potranno restare solo gli introiti provenienti dalla manovrabilità delle aliquote, e che inevitabilmente saranno utilizzati per il rifinanziamento del fondo di riequilibrio, minacciato dai tagli governativi.
A partire dal 2013 i Comuni potranno contare anche sul nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi, che andrà a sostituire Tarsu e Tia.
Nell’ambito dei provvedimenti per la riduzione dei costi della politica, infine, ai Comuni verranno trasferite parte delle funzioni delle Province, che perderanno le giunte a avranno un limite massimo di 10 membri per ogni consiglio. (mv)
francodan- Messaggi : 6152
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Località : 4 comuni e una unione in bassa lomellina
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