Adeguamento compensi revisori

salve,

con riferimento alla modifica legislativa di aumento dell'aliquota iva ordinaria al 21%, si richiede un parere su come comportarsi nella seguente fattispecie, in relazione alla disciplina fiscale e ai principi generali del regime IVA:

- compenso agli organi di revisione stabilito in X€ tutto incluso (IVA e CP) così come deliberato ANTE modifica legislativa e come sottoscritto per accettazione della determinazione di presa d'atto ed impegno di somme, da parte dei professionisti stessi.
Impegno complessivo sul bilancio corrente pari ad X€.

Bisogna aumentare l'impegno per la differenza di aliquota IVA oppure i professionisti devono effettuare uno scorporo al 21% fermo restando l'ammontare lordo pattuito?

Atteso che l'ente non ha ovviamente cambiato unilateralmente le condizioni pattuite, il mutamento ex lege dell'aliquota può (o deve) gravare sul consumatore finale (ente) il cui ammontare finale è pur sempre un costo e non una rivalsa (ribadisco il compenso è stato stabilito IVA e Cassa previdenza inclusi)?

Analogamente, nei contratti di somministrazione di beni e servizi in cui sono pattuite delle condizioni economiche al lordo delle imposte, come si deve o si può comportare?
si attendono vostri pareri in merito
grazie
g.alesi

Trattandosi di aumento ex lege e' pacifico che detto aumento ricada sul consumatore finale che nel caso di contratti ( revisore incluso ) in cui il consumatore e' il comune , ricade sul comune stesso che a suo tempo avrebbe quindi dovuto provvedere ad adeguare gli impegni di spesa nelle b varie forme trattate ampiamente nel forum su altri post a riguardo.

anche nel caso in cui il compenso è stabilito al lordo? Ovvero, nel caso di specie non è stato stabilito un compenso oltre IVA e CP.

Le parti negoziali hanno o no la facoltà di accordarsi secondo la propria volonta?

grazie g.alesi

Paolo Gros ha scritto:Trattandosi di aumento ex lege e' pacifico che detto aumento ricada sul consumatore finale che nel caso di contratti ( revisore incluso ) in cui il consumatore e' il comune , ricade sul comune stesso che a suo tempo avrebbe quindi dovuto provvedere ad adeguare gli impegni di spesa nelle b varie forme trattate ampiamente nel forum su altri post a riguardo.

Ancorche' il compenso fosse al lordo ( Iva e cassa compresa ) e' il consumatore finale del servizio ( nel caso incarico revisore professionista ) ovvero il comune a dover sopportare l'aumento di eventuiali aliquote al pari di un eventuale aumento della % alla cassa previdenziale.
Imposta sul valore aggiunto e cassa previdenziali non sono parti dell'imponibile .

grazie per tutte le sue valutazione,


purtroppo non essendo esperto in materie fiscali non comprendo a fondo la sua interpretazione dalla quale si evincerebbe che se, per ipotesi le aliquote fossero diminuite, credo che difficilmente un professionista si abbasserebbe il compenso lordo convenuto al tempo del contratto di incarico.

Mi viene difficile capire pertanto come mai non è possibile ridefinire l'imponibile (nel quale come detto non sono comprese le imposte ed le forme di previdenza) scorporando il 21% rispetto al 20 % facendo così mutare l'imponibile di base.

grazie ancora

Paolo Gros ha scritto:Ancorche' il compenso fosse al lordo ( Iva e cassa compresa ) e' il consumatore finale del servizio ( nel caso incarico revisore professionista ) ovvero il comune a dover sopportare l'aumento di eventuiali aliquote al pari di un eventuale aumento della % alla cassa previdenziale.
Imposta sul valore aggiunto e cassa previdenziali non sono parti dell'imponibile .