personale assunto dall'unione di comuni e scioglimento dell'unione di comuni

sembra che oramai le norme vadano nella direzione di prevedere che, per ora solo nei confronti dei piccoli comuni (1000-5000), le funzioni fondamentali vadano esercitate in forma associata, prevedendo come forma preferenziale l'unione di comuni oppure, ad alcune condizioni, la convenzione art. 30 tuel.
Vorrei chiedervi, operativamente:

- l'unione è una forma associativa volontaria, anche se imposta oggi dalle recenti norme (l. 148/2011 per citare la più recente): ma è soggetta sempre a scioglimento nel caso di recesso di tutti i comuni o di un numero di comuni definito nello statuto:

come vedete il "futuro" di questa forma associativa? è lecito farvi affidamento?
chiedo questo in relazione al seguente punto:
- per il personale che viene assegnato in comando dai comuni che fanno parte dell'unione all'unione medesima probabilmente in caso di scioglimento dlel'unione non vi saranno grossi problemi: il comune ha il dipendente nel proprio organico e ha provveduto sempre al pagamento dei relativi oneri (rimborsati dall'unione), giusto?
Ma per il personale che viene direttamente assunto dall'unione, magari con passaggio diretto art. 30 D. lgs. 165/2001 da un comune terzo, quali sono le forme di garanzia che si possono prevedere e/o ottenere per il caso di sciolgimento dell'unione?

L'unione e' ente terzo ed ove non vi sono problemi per il personale dei comuni comandato o assegnato all'unione i problemi evidentemente possono nascere per il personale assunto direttamente dall'unione.
Se l'unione si scioglie ed era prevista con obbligo ( sotto i 1.000 ) evidentemente si trasformera' in altra unione ( cambieranno i comuni ) ed il problema del personale non si pone mentre nel caso di unioni facoltative ( sopra i 1.000) possono anche non ricostituirsi derivandone che il personale cessera' senza alcuna tutela poiche' gia' CONSAPEVOLE DI TALE SITUAZIONE ALL'ATTO DELL'ASSUNZIONE PRESSO ENTE CON POSSIBILITA' DI SCIOGLIMENTO.( anche per passaggio diretto )

grazie paolo mi hai chiarito il problema.
L'unione in questione non è obbligatoria (ha comuni sotto e sopra i 1000 abitanti) e nello statuto alla voce "scioglimento" non si prevede quasi nulla salvo:
"i comuni, in tale contesto" scioglimento "provvedono alla definizione dei rapporti facenti capo all'ente soppresso"e che "nell'assumere rapporti obbligatori verso terzi gli organi dell'unione hanno cura di disporre espressamente in merito all'evenienza del recesso e/o dello scioglimento"

A questo punto un dipendente pubblico di altro ente terzo che volesse passare ex art. 30 all'unione in questione, secondo me per stare tranquillo dovrebbe, alternativamente:

a) richiedere che, in base alla previsione "nell'assumere rapporti obbligatori verso terzi gli organi dell'unione hanno cura di disporre espressamente in merito all'evenienza del recesso e/o dello scioglimento" nel provvedimento di passaggio diretto (delibera di giunta suppongo) si provveda appunto in merito all'evenienza del recesso o scioglimento dell'unione, ad esempio prevedendo che in tal caso il dipendente passi nella dotazione organica del comune "a"
Vi pare possibile (tenete presente che molti statuti di unioni proprio così prevedono, come riporto sotto)? e che valore avrebbe un tale provvedimento, sarebbe opponibile anche a sindaci/giunte future? e il provvedimento in questione assunto all'interno della giunta dell'unione dovrebbe poi essere ratificato dalla giunta comunale ?

b) chiedere (e attendere) un'integrazione dello statuto dell'unione, sull'esempio di tanti statuti che sul punto dispongono in maniera molto più articolata. Ho trovato questo esempio (che è sicuramente tutelante per il personale):

"1. In ipotesi di scioglimento dell’Unione o di estinzione della convenzione relativa
a una singola funzione, si procede al trasferimento ai Comuni del personale che, nel
momento di realizzazione di tali ipotesi, risulti in dotazione ai servizi riferiti alla funzioni
interessate dallo scioglimento o dall’estinzione della singola convenzione.
2. Il trasferimento ai comuni, da effettuare anch’esso sulla base delle garanzie
previste dalle norme richiamate nell’art.1, e successive modifiche e integrazioni, interviene
attraverso la distribuzione ai Comuni delle risorse umane di cui al comma 1, o di
una quota di esse in caso di estinzione di specifiche convenzioni riferite a singole materie,
secondo i criteri che saranno oggetto di specifico confronto concertativo e, comunque,
nel rispetto dei seguenti principi generali:
a) il personale trasferito all’Unione rientra, di norma e preferenzialmente, presso
il Comune di provenienza organica che riacquista le funzioni, qualora abbia
conservato, nel tempo, uniformità d’inquadramento professionale rispetto
al posto d’origine, ovvero quando l’eventuale sviluppo in carriera presso
l’Unione risulti coerente con gli assetti dotazionali rideterminati ai sensi del
successivo comma 3, lettera b);
b) il personale assunto dall’Unione, impiegato sui servizi di cui al comma 1, è
distribuito ai Comuni tenendo conto, ove possibile, dell’allocazione territoriale
dell’ufficio o della struttura in cui è impiegato;
c) il personale adibito a ruoli di staff o di supporto amministrativo e/o specialistico
afferenti, esclusivamente o in larga prevalenza, alle attività relative alle
funzioni di cui al comma 1, viene trasferito ai Comuni tenendo conto dei
criteri di cui alle precedenti lettere a) e b), salvo che, con il suo consenso, resti
acquisito agli organici dell’Unione, qualora non si verta in ipotesi di scioglimento
della stessa e solo ove sussistano concreti fabbisogni di analoghe
risorse su altre attività e servizi che restano associati;
d) si tiene conto, ai fini della predisposizione del piano di distribuzione di cui al
successivo comma 3, delle istanze volontarie di trasferimento e/o interscambio
di sede o struttura, eventualmente avanzate, per l’occasione, da dipendenti
dell’Unione, tra quelli individuati ai sensi del presente articolo o, ferma
restando la precedenza di questi ultimi, anche impiegati in altre attività o
servizi d’Unione.
3. Ai fini di quanto previsto al comma 2, si procede come segue:
4
a) l’Unione informa preventivamente le rappresentanze sindacali dei lavoratori,
nei termini previsti dalla disciplina di legge e contrattuale nel tempo in vigore;
b) tutti i Comuni rideterminano, preventivamente, le proprie dotazioni organiche,
individuando formalmente i posti di cui abbisognano per la riacquisizione
delle funzioni e/o dei servizi a suo tempo conferiti all’Unione;
c) in seguito a ciò, viene formalmente informato tutto il personale dell’Unione
potenzialmente interessato al procedimento;
d) successivamente, l’Unione predispone il piano di distribuzione delle risorse
umane da trasferire, prescelte e destinate in applicazione dei principi generali
di cui al comma 2, a copertura delle quote delle dotazioni organiche costituite
dai Comuni ai sensi della lettera b); indi, si procede ai trasferimenti.
4. In ipotesi di recesso di un Comune dall’Unione, il processo distributivo del
personale segue, comunque, il seguente schema minimo fondamentale:
a) l’Unione informa le rappresentanze sindacali dei lavoratori, nei termini previsti
dalla disciplina di legge e contrattuale nel tempo in vigore;
b) il Comune recedente ridetermina, preventivamente, la propria dotazione organica,
individuando formalmente i posti di cui abbisogna per la riacquis izione
delle funzioni e/o dei servizi a suo tempo conferiti all’Unione;
c) in seguito a ciò, viene formalmente informato tutto il personale dell’Unione
potenzialmente interessato al procedimento;
d) successivamente, si dà adito al trasferimento, al Comune recedente, delle
unità di personale dall’Unione, prescelte in applicazione dei principi generali
di cui al comma 2, in quanto compatibili con la specialità del caso, a copertura
delle quote di dotazione organica costituite dal Comune di cui si tratta.
5. Nel caso di cui al comma 4, possono essere trattenute nell’organico
dell’Unione, senza procedere al relativo trasferimento, tutte o parte delle unità di personale
che risultano necessarie per la copertura dei fabbisogni dotazionali del Comune recedente,
individuati dallo stesso ai sensi del medesimo comma 4, lettera b), solo quando
la programmazione occupazionale periodica dell’Unione contempli i relativi e corrispondenti
fabbisogni incrementali. Resta esclusa, peraltro, l’ipotesi in cui tali fabbisogni
incrementali dell’Unione coincidano con quelli formalizzati dal Comune recedente per
la rideterminazione della propria dotazione organica, con riferimento alla programmazione
occupazionale d’Unione antecedente al recesso del Comune.
6. In tutti i casi previsti dal presente articolo, l’Unione e i Comuni interessati
procedono alla coerente ridefinizione degli strumenti programmatori, organizzativi e finanziari
(piani occupazionali, progetti di riqualificazione professionale interna, dotazioni
organiche, fondi per la formazione e per la contrattazione decentrata, etc.) comunque
connessi alla gestione delle risorse umane coinvolte, nel rispetto dei principi evincibili
dal presente documento, in quanto applicabili, e nel rispetto dei moduli di relazione sindacale
previsti dall’ordinamento nel tempo in vigore."

Sono ottime idee ma cio' che mi lacai perplesso e' il fatto che comunque ogni ente locali ha limiti assunzionali e di spese di personale che a mio parere non sarebbero derogabili in caso di scioglimento di unione facoltativa riferendosi a personale assunto specificatamente dall'unione stessa.

l'unione come configurata ad oggi senza una durata predeterminata costituisce alea in tutti i sensi....per lo scioglimento ritengo che il personale assunto in capo all'unione faccia la stessa fine che ha fatto il personale in alcuni consorzi sciolti per disposto di legge...ossia se i comuni (facenti parte dell'unione)si accordano ,prenderanno pro quota il personale...altrimenti saranno collocati in mobilità obbligatoria...

Un consiglio da dare al personale che dovrebbe transitare questo mi pare il senso del post.
Indubbiamente se già dipendenti di altri enti il consiglio è quello di non accettare il trasferimento tout court, ma un comando per i primi anni e poi regolarsi.
Questo perchè ai problemi esposti nelle risposte precedenti ve ne è un altro che viene trascurato. Posto che sembra altamente probabile che la strada sarà questa, ovvero unione forzosa per i Comuni sotto una certa soglia ( potrebbe essere modificata), si deve tener conto che in alcune aree una volta accorpati i servizi vi saranno degli esuberi di personale. Che se ne fa un ente di meno 3000 abitanti ( che accorpa cinque comuni )di cinque amministrativi, sette geometri, tre ingegneri/architetti, mentre hanno un solo vigile e neanche un ragioniere?
Vi sembrerà strano ma questa è la realta di tanti mini enti al sud....

per rispondere all'obiezione di Paolo, dico che comunque l'unione assume "prendendo" le capacità assunzionali dei singoli comuni che la compongono: cioè i vincoli assunzionali in base ai quali assumono sono già propri dei comuni, anche se è vero che per assumere un'unità di personale l'unione ha bisogno delle capacità assunzionali (sommate) di tutti e quattro i comuni come singoli. Quindi in effetti il problema si pone....

Per rispondere a gli altri (Francodan e Daredevil) in effetti in tutte le unioni a tempo indeterminato, mi sembra ci sia un evidente contrasto tra l'"eternità" della durata e la previsione statutaria di scioglimento e/o recesso... Non so, ma qualcosa non torna: tutti entusiasti, ma le tutele del personale non sono al 100%.

In questo caso il dipendente in questione - il sottoscritto, tanto per esser chiari - sta tentando appunto di proporre un comando, per poi verificare, come va, ma la cosa non è semplice, lobiezione dell'unione è che "devono" fare assunzioni entro il 2012 perchè poi anche per loro entrerà in vigore il patto di stabilità (non mi sembra, almeno non fino al 2014):
a proposito, l'ente che concede il comando, può coprire a temppo determinato il posto lasciato "libero" dal dipendente comandato utilizzando il risparmio di spesa (costo del dipendente rimborsato dall'ente utilizzatore?)

...l'ente che concede il comando, può coprire a temppo determinato il posto lasciato "libero" dal dipendente comandato...

in tal caso se il dipendente deve essere sostituito e' in assoluto necessario al proprio ente che legittimamente non dovrebbe concedere il comando.

Paolo Gros ha scritto:...l'ente che concede il comando, può coprire a temppo determinato il posto lasciato "libero" dal dipendente comandato...

in tal caso se il dipendente deve essere sostituito e' in assoluto necessario al proprio ente che legittimamente non dovrebbe concedere il comando.

eh già, hai ragione perfettamente. Non se ne esce, insomma. Vabbè vi aggiornerò!

Bene colleghi,
avevo promesso di aggiornarvi ed eccomi qui.
Arrivati oramai al dunque,
mi hanno informato che i posti in pianta organica dell'unione in questione sono stati coperti prima di tutto con il personale dei comuni uniti (che sono all'unione in comando); per i posti ancora vacanti, si procede a copertura solo di pari passo con il verificarsi di capacità assunzionali nei comuni uniti.
in pratica: si fa la ricognzione delle capacità assunzionali dei singoli comuni uniti; se c'è capacità, si procede così: il comune (sono tutti sotto i 5000) che ha capacità assunzionale e che può assumere l'unità di personale in questione, cede la capacità all'unione tenendo ferma la propria dotazione organica e il proprio piano assunzioni (anzi i comuni non procedono più ad assunzioni in autonomia ma solo tramite l'unione).
Il dipendente viene assunto in forza dall'unione direttamente, ma a valere sulla dotazione di uno dei comuni uniti, che viene individuato a monte. Così che se e quando l'unione si scioglierà, il dipendente in questione non andrà in sovrannumero e in mobilità ma sarà ricondotto alla dotazione organica del comune che ha,a suo tempo, ceduto la propria capacità assunzionale all'unione.
Mi sembra che così le garanzie ci siano.
Che ne dite?

...Così che se e quando l'unione si scioglierà, il dipendente in questione non andrà in sovrannumero e in mobilità ma sarà ricondotto alla dotazione organica del comune che ha,a suo tempo, ceduto la propria capacità assunzionale all'unione...

la vedo eroica poiche' il soggetto e' dipendente dell'unione comunque e con loscioglimento dell'unione cessa la propria capacita' assunzionale e puo' entrate in uno degli enti della ex unione solo se vi ricorrano le osservanze delle limitazioni

quindi insomma può essere un problema in futuro.
Non so, questo aspetto in effetti un po' mi turba; non che qui sia più garantita, visto che sono dipendente di un consorzio di funzioni (anche se obbligatorio) di comuni. Ma la legge che recentemente ci ha riordinato ha espressamente disposto sul personale, prevedendo il passaggio al nuovo ente capofila... Però forse questo ente HA capacità assunzionale oggi per prenderci in carico: se non l'avesse, saremmo in sovrannumero , giusto? E così può avvenire domani con l'unione.....


Ma mi chiedo: i comuni uniti comunque considerano le spese di personale dell'unione come spese gravanti sul proprio bilancio e sulla propria dotazione organica. Ciò può non esser sufficiente ? Boh... Se il rapporto spese personale/spese correnti oggi c'è e tra le spese personale continuo a considerare anche quelle che un altro ente (mia emanazione) effettua per conto mio.... anche se domani questo ente mi "rimanda indietro" il personale che ha assunto per conto mio , io dovrei avere ancora la capacità per assumerlo, no?

"Il dipendente viene assunto in forza dall'unione direttamente, ma a valere sulla dotazione di uno dei comuni uniti, che viene individuato a monte. Così che se e quando l'unione si scioglierà, il dipendente in questione non andrà in sovrannumero e in mobilità ma sarà ricondotto alla dotazione organica del comune che ha,a suo tempo, ceduto la propria capacità assunzionale all'unione.
Mi sembra che così le garanzie ci siano."

cercherei di essere realista specialmente con riferimento ad una forma giuridica come l'unione che al momento è oggetto di disciplina sia normativa che contrattuale scarna e sussidiaria...se i dipendenti passano in ruolo in capo all'unione diventano a tutti gli effetti dipendenti dell'unione (saranno iscritti anche a livello previdenziale come dipendenti unione)e cessa qualsiasi legame presente e futuro con il comune(la problematica dello sciogliemnto di società partecipate dal comune e della relativa fine del personale comunale transitato presso le stesse ...dovrebbe far riflettere sulle incertezze che posssono aversi).....quanto detto sopra è possibile solo se il dipendente comunale viene comandato presso l'unione o agisce nell'ambito di convenzione tra comune e unione

tutto considerato
credo che accetterò il rischio.

un augurio per ogni miglior fortuna

Paolo Gros ha scritto:un augurio per ogni miglior fortuna

ti ringrazio e ringrazio tutti voi. Avrò bisogno dei tuoi auguri, Paolo!