mobilità D1 - laurea specifica

E' legittimo chiedere quale requisito la laurea in giurisprudenza in un bando di mobilità per la copertura del posto di istruttore direttivo amministrativo cat D1?
Tale titolo di studio sarebbe opportuno per le mansioni da svolgere ossia gestione contenzioso ( incarichi ai legali... liqidazioni note spese ....scadenze... ecc....) e gestione giuridica del personale.
la ringrazio e porgo cordiali saluti

si

carlomagno ha scritto:si

Più che un sì deciso io risponderei con un "dipende".
Secondo me nel bando di mobilità non si può chiedere titoli di studio differenti o più restrittivi rispetto a quelli che il medesimo ente utilizza per l'accesso dall'esterno.
In primo luogo l'ente, in via generale, dovrebbe definire quali sono i titoli di studio richiesti per l'accesso ai vari profili professionali.
Successivamente, tutti i procedimenti per l'acquisizione del personale (concorsi, mobilità, ecc.) dovrebbero poi basarsi sui predetti titoli.
Pertanto le domande per nobilianna sono:
1. Cosa dicono i regolamenti sull'ordinamento degli uffici e dei servizi dell'ente in merito ai titoli di studio necessari per l'accesso ai vari profili professionali?
2. Esiste un atto dell'ente che stabilisce che l'unico titolo di studio idoneo per l'accesso al profilo di istruttore direttivo amministrativo è la laurea in giurisprudenza (o titolo equipollente)?
3. Nelle precedenti procedure (concorsi / mobilità) con le quali si è assunto un istruttore direttivo amministrativo, quali titoli sono stati chiesti?
Sulla base delle risposte si potrà trasformare il "dipende" in un "sì" o un "no".

tutto sensato quello che dice kkk ma giuridicamente l ente deve verificare la categoria di appartenenza e il profilo professionale come presupposti legali.
Può pero inserire (cosa che e una prassi) ulteriori titoli in maniera presso che discrezionale non avendo la procedura le regole dei concorsi.

carlomagno ha scritto:Può pero inserire (cosa che e una prassi) ulteriori titoli in maniera presso che discrezionale non avendo la procedura le regole dei concorsi.

Prassi a mio parere del tutto arbitraria per non dire illegittima.
Se per essere assunto tramite concorso l'aspirante può avere una laurea in economia e commercio, perché dovrebbe essere necessario avere la laurea in giurisprudenza per la mobilità?
Forse sarebbe accettabile la richiesta di requisiti esperienziali (ad esempio due anni di esperienza nella materia di cui si occupa l'ufficio presso il quale si dovrebbe andare a lavorare) in aggiunta al titolo di studio previsto per l'accesso.
Altrimenti, portando l'esempio al paradosso, potrebbe essere richiesto per la mobilità su un posto da istruttore tecnico cat. C, il possesso di laurea magistrale in ingegneria civile con tanto di iscrizione all'albo degli ingegneri...

categoria di appartenenza e il profilo professionale sono i presupposti legali il resto e discrezionale.
giuridicamente non vedo appigli ne vizi di illegittimità in quanto non sono applicabili le regole di accesso,essendo una cessione di contratto.

carlomagno ha scritto:categoria di appartenenza e il profilo professionale  sono i presupposti legali il resto e discrezionale.
giuridicamente non vedo appigli ne vizi di illegittimità in quanto non sono applicabili le regole di accesso,essendo una cessione di contratto.

Visto che la richiesta di requisiti ultronei rispetto a quelli previsti per l'accesso dall'esterno potrebbe configurare il tentativo di eludere la disposizione dell'art. 30, comma 2-bis, del d.lgs. 165/2001, una illegittimità ce la vedo.
E non è detto che un qualche giudice del lavoro non potrebbe dare ragione ad un soggetto che venisse escluso da una procedura di mobilità per assenza di un requisito che non fosse previsto nell'ordinamento dell'ente che bandisce la mobilità...

me il ricorso va fatto al TAR, tieni conto che non sei dipendente di quell'ente ancora comunque nel comma uno riporta che le amministrazioni : "fissando preventivamente i criteri di scelta" lasciando ampia libertà di movimento ..tra altro fissare un titolo di studio come requisito e corretto il colloquio no visto che non e predeterminabile.

carlomagno ha scritto:me il ricorso va fatto al TAR.

Sulla giurisdizione mi permetto di insistere.
Non mi dilungo, ma rimando a questo documento che raccoglie copiosa giurisprudenza:
[url=http://www.solutio.it/public/worksolutio/Dottr LASCA 7.5.pdf]http://www.solutio.it/public/worksolutio/Dottr%20LASCA%207.5.pdf[/url]

Dallo stesso documento, nel merito:

Lasca Riccardo ha scritto:Alludo a certi bandi concorsuali “fotografici”, ove certi requisiti soggettivi professionali (es. n. x anni di anzianità di servizio nel profilo, titoli di studio specifici, etc.) anziché essere valutati (e rilevare) in sede di attribuzione di punteggio finale da attribuirsi agli aspiranti alla c.d. mobilità volontaria ex art. 30 Tupi, ne fanno condizioni di ammissibilità alla selezione pubblica stessa, con palese violazione dell’art. 97 Cost.. Saranno bandi deliberatamente finalizzati a ridurre il numero dei partecipanti? Insomma un gran guazzabuglio giuridico-operativo e con seri rischi di farsi seriamente male, per gli addetti ai lavori!

Per l'accesso dall'esterno è stata richiesta la laurea in giurisprudenza ( nel regolamento non si prevede nulla).
Mi sono posta il problema per il fatto che la mobilità è un altra cosa rispetto all'accesso dall'esterno, e potrebbero essere interessate alla mobilità persone in cat. D senza laurea, tuttavia per il tipo di lavoro da svolgere è importante avere il titolo di studio sopra detto.
Grazie mille per le risposte!

non si apre può rimetterlo grazie

carlomagno ha scritto:non si apre può rimetterlo grazie

A me funziona, provo a rimetterlo:
[url=http://www.solutio.it/public/worksolutio/Dottr LASCA 7.5.pdf]http://www.solutio.it/public/worksolutio/Dottr%20LASCA%207.5.pdf[/url]

Se non funziona, può copiare questo testo nel suo browser:

Codice:

http://www.solutio.it/public/worksolutio/Dottr%20LASCA%207.5.pdf

In effetti pur con molte perplessità devo dare ragione a kkk sembrerebbe da una veloce lettura dei precedenti che il ricorso sia al giudice del lavoro,cosa tra altro più favorevole per il dipendente.