DIRITTO DI SUPERFICIE

Questo Comune deve stipulare due contratti di concessione in diritto di superficie di aree di proprietà comunale a due società per la installazione di pannelli fotovoltaici dietro il pagamento di un canone annuale di € 60.000,00 ciascuno per 25 anni. Le società hanno proposto al Comune il pagamento in un unica soluzione del valore attuale del canone e l'amministrazione considerando l'offerta congrua e vantaggiosa ha deciso di accettare.
Si chiede l'imputazione in bilancio delle somme da incassare (Tot.€ 1 milione e 700 mila), posto che l'amministrazione vuole destinarne una parte a spese correnti e l'altra a spese di investimento.
Grazie

Il canone di concessione e' entrata del titolo terzo e come tale applicabile alla spesa corrente.
Qualora si voglia applicare parte alla spesa in conto capitale e' sufficiente in sede di variazione non destinare tale parte alla uscita del titolo primo costituendo di fatto avanzo economico ex lege applicabile alla spesa in conto capitale.

Uno dei miei Comuni ha avuto la stessa idenitica casistica.. l'imputazione contabile che ho adottato è esattamente quella indicata da Paolo

Non sarebbe ipotizzabile, prescindendo dalla volontà dell'Amministrazione di destinarne i proventi al finanziamento della spesa corrente, anche il titolo IV, codice SIOPE 4106 "Alienazione di potenziali edificatori e di diritti di superficie"?

Nel caso d si parla di "canone di concessione e non di "Alienazione di potenziali edificatori e di diritti di superficie"
Tale entrata sarebbe del quarto se il diritto di superficie venisse alienato ovvero ceduto ma non concesso.

Per cui - se ben capisco - l'imputazione a titolo IV andrebbe solo nel caso di cessione del diritto di superficie a tempo indeterminato e non, come invece nel caso prospettato, per la concessione dello stesso per un tempo determinato?

Ok, confermo

Ma il fatto di incassare l' intero importo nel corrente esercizio non costituisce un'entrata straordinaria/eccezionale da destinare esclusivamente a spese in conto capitale? Esistono disposizioni normative in merito?

E' comunque entrata corrente del terzo.
Evidentemente riguardando entrata riferibile a piu' esercizi e' , dal solo punto di vista economico , un risconto passivo.
Non esiste norma che finanziariamente indichi l'utilizzo per le spese in conto capitale poiche' come detto un acnone concessorio e' entrata comunque corrente anche se si verifica in un solo esercizio.
Per una corretta programmazione in questi casi su piu' anni sulla parte corrente e' sufficiente accertare l'intera somma sfondando lo stanziamento della risorsa di entrata per la somma che si intende utilizzare negli anni a venire .
Cosi' facendo la maggiore entrata non oggetto di variazione di bilancio determina avanzo che potra' tranquillamente essere utilizzato per gli investimenti.

Vi dico come ho contabilizzato io, ho adeguato lo stanziamento di entrata portandolo al pari dell'accertamento/incasso, al fine degli equilibri di bilancio ho considerato sino alla concorrenza del valore annuo del canone entrata di parte corrente, la restante parte, che costituisce surplus del bilancio corrente, è stata utilizzata per finanziare spese in conto capitale. Sposo in pieno la posizione di Paolo secondo la quale i canoni concessori, ancorchè riscossi in unica soluzione, sono proventi dei beni dell'ente e come tali da considerare tre le entrate correnti.

Il principio contabile n.2, (punto 20 ) dice: "I proventi di carattere straordinario o eccezionale, anche derivante da locazioni, concessioni e autorizzazioni ultrannuali, devono essere finalizzati a spese di investimento ovvero a spese correnti di carattere straordinario".

Come contabilizzato da Ale e' perfetto ed osservante il principio contabile n.2

"al fine degli equilibri di bilancio ho considerato sino alla concorrenza del valore annuo del canone entrata di parte corrente, la restante parte, che costituisce surplus del bilancio corrente, è stata utilizzata per finanziare spese in conto capitale."