UNIONE TRA I COMUNE E COLLABORAZIONE ESTERNA

Buongiorno, vi sottopongo un quesito giratomi da un collega che non riesco a risolvere.
Il collega da oltre un anno lavora , oltre che nel  nostro comune (20000 abitanti), presso un comune di 1400 abitanti con collaborazione ai sensi del D. LGS 165/2001.
Dal mese di luglio pero' questo comune è costretto ad associare i servizi, compreso quello tributi ed economato di cui si occupa il collega. Il quesito del mio collega e dell'amministrazione per cui lavora è se esiste un modo per continuare a lavorare con questo comune.
Io ho pensato due cose e vorrei un vostro parere:
1) visto che il servizio è associato ma che per ora sono stati nominati solo i responsabili dei servizi il collega potrebbe semplicemente continuare a lavorare con le stesse modalità utilizzate fino ad ora, soprattutto perchè esistono all'interno del comune, tutta una serie di problematiche legate al catasto che il collega ha iniziato a seguire e a risolvere e se lui se ne andasse difficilmente sarebbero portate a termine.

2) Il collega potrebbe sfruttate la normativa che prevede che un dipendente possa lavorare per un'altra amministrazione fino a raggiungere un massimo di 48 ore settimanali. In questo modo potrebbe essere assunto a tempo determinato per 12 ore settimanali e continuare a seguire l'ufficio. Se questa cosa fosse possibile l'assunzione dovrebbe pero' essere fatta dal comune interessato o dall'unione dei comuni?
Grazie per l'aiuto
Simona

l'unione e' ente terzo per cui e' nei confronti dell'unione che associa tali servizi cui occorre riferirsi .
Un utilizzo comma 557 pare in assoluto contrasto con l'associazione stessa e non legittimamente possibile

Grazie per la celere risposta. Quale sarebbe allora a suo parere una soluzione per poter continuare questa collaborazione?

si associano i servizi per farli funzionare meglio e sopperire alle catrenze di uno o piu0' comuni associati , risparmiando sulla spesa , ne deriva l'impossibilita' di continuazione