Contrazione mutuo per debito fuori bilancio su sentenza esecutiva

Salve,
sono un consigliere comunale in un Comune con oltre 10.000 abitanti, con delega assessoriale al Bilancio.
Nel 2013 il Consiglio Comunale ha riconosciuto un dfb per 1 M/€  autorizzando, in punto di copertura finanziaria, la contrazione di un mutuo con Cassa Depositi.
Trattasi di una antica causa legata ad alcuni vecchi espropri che nel 2013 la Corte d'Appello aveva deciso condannando l'Ente al pagamento della somma anzidetta (per la cronaca il primo grado era stato deciso nel 2005 e la pronuncia della Corte non mutava in maniera significativa il quantum deciso dal primo Tribunale).
Ritengo, per l'effetto, che il debito (in termini di certezza, liquidità ed esigibilità) sia successivo alla promulgazione della L. 448/2001 (la legge che, appunto, vieta l'indebitamento per spese correnti).
La somma dovuta complessivamente dal Comune è composta:
1. da una parte di capitale (valore delle aree);
2. da interessi e rivalutazione monetaria;
3) da una quota di indennità per occupazione illegittima;
4) spese legali e accessori (Iva e CPA) .
Ebbene, ritengo  che la porzione finanziaria mutuabile sia solo quella costituita dal capitale mentre le altre voci verosimilmente potrebbero essere annoverate tra le SPESE CORRENTI .
Se così fosse, riportando il debito  alle regole proprie del bilancio, visto l'art. 194 e 202 TUEL, potrei ricorrere al mutuo SOLO ed ESCLUSIVAMENTE per coprire la porzione di spesa in Conto Capitale (quindi il valore dell'area) mentre  le altre, benché ricomprese  in una sentenza esecutiva, dovrebbero gravare sulla fiscalità generale dell'Ente.
E' corretto ?
Quali rischi corre un amministratore che viola dette regole?
Saluti
Amministatore 1964

A questo link trova una delibera della corte dei conti dell'Umbria che tratta della specifica materia:

http://www.corteconti.it/export/sites/portalecdc/_documenti/controllo/umbria/pareri/2008/delibera_n._9_2008.pdf

Il "rischio" che si corre è questo:

legge 27-12-2002 n. 289 - articolo 30, comma 15

Qualora gli enti territoriali ricorrano all'indebitamento per finanziare spese diverse da quelle di investimento, in violazione dell'articolo 119 della Costituzione, i relativi atti e contratti sono nulli. Le sezioni giurisdizionali regionali della Corte dei conti possono irrogare agli amministratori, che hanno assunto la relativa delibera, la condanna ad una sanzione pecuniaria pari ad un minimo di cinque e fino ad un massimo di venti volte l'indennità di carica percepita al momento di commissione della violazione.

la circolare della CDP n. 1280 del 27/06/2013 ha precisato che fanno eccezione gli interessi e la rivalutazione monetaria liquidati con i provvedimenti conclusivi di procedure espropriative, ammissibili al finanziamento nella misura calcolabile sino alla data del deposito del provvedimento (anche dopo il 2001).
Qualche altro parere?