Area fabbricabile di coldiretto con azienda agricola in altra regione

Un contribuente originario del nostro comune si è trasferito da circa 30 anni in un'altra regione, dove conduce direttamente un'azienda agricola ad indirizzo biologico.
Qui da noi possiede un appezzamento di terreno di ca. 3.000 mq, concesso in comodato ad altro soggetto coltivatore fino a due anni fa.
Urbanisticamente questo terreno ricade in zona produttiva-commerciale, pertanto il contribuente aveva sempre corrisposto l'ICI, poi L'IMU, come area edificabile.
Al fine di poter usufruire delle agevolazioni previste per i terreni posseduti e condotti da Coltivatori Diretti o IAP, e dopo aver disdetto il contratto di comodato in essere, il soggetto avrebbe voluto includere l'appezzamento nel proprio fascicolo aziendale, ma ha rinunciato per i costi troppo elevati da sostenere (dovrebbe rispettare anche per questo terreno le norme relative alle aziende agricole "bio" al pari di quello ubicato nella regione di ubicazione del centro aziendale, ed essere sottoposto ai periodici controlli da parte degli organismi certificatori).
Si chiede se, nella situazione prospettata, sia corretto concludere che il terreno in questione, anche se posseduto da soggetto coltivatore iscritto alla previdenza agricola, di fatto non soddisfa il doppio requisito (possesso e conduzione diretta) e deve quindi venire tassato ancora come area fabbricabile.
Ringrazio tutti per la collaborazione.

se non soddisfa il doppio requisito (possesso e conduzione diretta) è area fabbricabile.