CASA CONIUGALE

UNA COPPIA DI CONIUGI, CON DUE FIGLI,PROPRIETARIA DI UNA CASA VIVE IN UN ALTRA LOCATA.
DOPO UN ANNO DI VEDOVANZA LA MOGLIE DECIDEI DI TRASFERIRSI NELLA CASA DI PROPRIETA.
TALE ABITAZIONE VA CONSIDERATA CASA CONIUGALE QUINDI CON DIRITTO DI ABITAZIONE E CONTESTUALE OBBLIGO DI PAGAMENTO DELL'IMU A CARICO DELLA MOGLIE (ED ESONERO DAL PAGAMENTO PER I FIGLI).?
IO HO SEMPRE INTESO CASA CONIUGALE QUELLA IN CUI I CONIUGI HANNO VISSUTO INSIEME ED IL DIRITTO DI ABITAZIONE UN DIRITTO NATO PER TUTELARE L'EVENTUALE CONIUGE SUPERSTITE DALL'IMPEDIMENTO IMPOSTO DA TERSI DI CONTINUARE A VIVERE DOVE SONO "CONTENUTI" AFFETTI E RICORDI....XO HO UN DUBBIO....

tale diritto nasce a prescindere a che il coniuge effettivamente vi abiti

SU QUESTO QUESITO HO ANCH'IO IL DUBBIO

L'ART.540 CITA
Al coniuge, anche quando concorra con altri chiamati, sono riservati i diritti di abitazione sulla casa adibita a residenza familiare (2) [144 c.c.] e di uso sui mobili che la corredano, se di proprietà del defunto o comuni (3). Tali diritti gravano sulla porzione disponibile [556 c.c.]
(Per casa si intende quella abitata in maniera prevalente e duratura dalla famiglia. Restano, pertanto, escluse le seconde case.
La norma non si applica al coniuge separato, in quanto in tal caso difetta il requisito della coabitazione)

Nel tuo caso invece la dimora coniugale era in altro fabbricato in affitto.
Ritengo pertanto che il diritto di abitazione fosse insito nell'immobile in locazione e che tale resti.
Se si sposta nell'altra casa che mai è stata dimora coniugale le imposte si versano per quota di proprietà
...ma accetto altre versioni...

in effetti il diritto nasce a prescindere (effettuate le dovute verifiche di non comproprietà con terzi, usufrutto e atti successivi registrati)

ma nutro anche io qualche dubbio sul fatto che tale diritto possa ritenersi applicabile anche se il coniuge superstite non risiede + tale in tale immobile ... non mi sembra che la riserva abbia senso