LA NUOVA CONTABILITA' DAL 2012/2014

Arriva la riforma della contabilità di Comuni, Province, Regioni ed enti strumentali. È contenuta nel settimo tassello del federalismo fiscale.
Due anni di sperimentazione ( 2012/2013) e dal 2014 a regime.
Ritorna il bilancio in termini di cassa , accertamenti ed impegni riferiti alla scadenza della riscossione o del pagamento.
Opere pubbliche inserite a bilancio con la scadenza dei pagamenti dei SAL..

Le spese saranno suddivise in: missioni, programmi e macroaggregati
Missioni = sono le funzioni principali e gli obiettivi strategici dell'ente
Programmi = sono gli aggregati omogenei di attività volte a perseguire gli obiettivi definiti nell'ambito delle missioni ( unita' di voto ergo leggibilita' da parte del CC )
macroaggregati = sono un'articolazione dei programmi secondo la natura economica (gli attuali interventi)

Le entrate saranno suddivise in Titoli e categoria come adesso mentre la risorsa si chiamera' "tipologia" in base all'oggetto dell'entrata; queste ultime saranno l'unità elementare del preventivo.

Ne consegue che il bilancio in approvazione dovra' essere leggibile per tipologie e e missioni.

Sia le tipologie che i macroaggregati potranno essere suddivisi ai fini del Peg in capitoli e articoli.

Dulcis in fundo :

entro 90 giorni dall'emanazione del decreto dovranno essere definite le modalità operative (prevedendo schemi semplificati per i Comuni con meno di 5mila abitanti) ed entro 120 giorni saranno individuate le amministrazioni coinvolte, secondo criteri che tengano conto della colloca-zione geografica e della di-mensione demografica

Considerando che solo la commissione "I Affari Costituzionali" sembra aver concluso i lavori deliberando alcuni rilievi mentre le altre due commissioni, "V Bilancio e Tesoro" e "Per l'attuazione del Federalismo Fiscale", hanno rinviato i lavori ad altra seduta, sono piuttosto scettico riguardo le date: dubito seriamente che si riesca a partire con il 2012 e mi aspetto un rinvio di almeno un anno. Tra l'altro uno dei rilievi deliberati dalla "I Affari Costituzionali" riguarda la legge delega e in particolare il tempo limite della stessa e la tipologia di contabilità:

all'articolo 2, comma 4 - ove si prevede un'ulteriore sperimentazione, finalizzata alla graduale estensione alle regioni e agli enti locali e ai loro enti strumentali in contabilità finanziaria dell'applicazione del bilancio finanziario di sola cassa, successivamente agli esiti della sperimentazione già prevista dalla legge di contabilità nell'ambito dell'apposita delega contenuta nell'articolo 42 della legge n. 196 del 2009, per il passaggio al bilancio di sola cassa per il bilancio dello Stato - si consideri che la legge 7 aprile 2011, n. 39, di riforma della legge di contabilità e finanza pubblica, all'articolo 5, ha sostituito la delega al Governo per il passaggio al bilancio di sola cassa, contenuta nel citato articolo 42 della legge di contabilità, con una nuova delega, da esercitare entro quattro anni, volta a riordinare la disciplina per la gestione del bilancio di cassa e potenziare la funzione del bilancio di cassa, ferma restando, tuttavia, la redazione del bilancio anche in termini di competenza;

Bah , cio' che non viene detto e' che all'interno dell'armonizzazione ( se armonizzare si deve ) a parte le descrizioni auliche di macroaggregati .missioni etc etc , vi e' l'inserimentro degli ammortamenti economici .
I piu' anziani del mestiere ricorderanno la ridicola saga degli ammortamenti finanziari che, pur essendo molto meno onerosi di quelli economici furono rimandati di anno in anno e definitiviamente abrogati nel bilancio finanziario proprio perche' nessun comune aveva la possibilita' di inserirli a bilancio e quadrare la parte corrente.

Secondo me sara' procrastinato non di un solo anno ma di parecchi anni ...sempre che vada a regime , cosa di cui , con gli attuali presupposti dubito .

.......La scelta è di mantenere la contabilità finanziaria, a cui Regioni, enti locali e relativi enti strumentali «affiancano, a fini conoscitivi, un sistema di contabilità economico-patrimoniale, garantendo la rilevazione unitaria dei fatti gestionali sia sotto il profilo finanziario che sotto il profilo economico-patrimoniale». Su quest'ultimo punto «il decreto è alquanto ambiguo», osserva però Linda Lanzillotta, relatrice di minoranza, «e non si comprende se la contabilità economico patrimoniale avrà carattere obbligatorio», così come manca «una correlazione con la rilevazione dei costi standard».....
SE E COSI DOVE STA LA NOVITA????

La vera novità sono i nomi degli aggregati !!!

mi sembra che la legislazione operi su piani paralleli ....ad esempio per i piccoli comuni è prevista oggi la contabilità semplificata e il disegno di legge sui piccoli comuni (ossia sub 5000)già approvato da un ramo della camera perpetua ,se non amplifica ,tale semplificazione .

.......e proprio perche' piani paralleli ...non si incontreranno mai

PAOLO,
IL PRINCIPIO DELLA COMPETENZA BREVE SI ESTENDE ANCHE AI RESIDUI PREESISTENTI?.

Ho avuto modo di parlare con uno degli incaricati della stesura della nuova contabilita' ( che conosco personalmente per motivi professionali ) ed il principio di competenza non si estendera' ai residui ancora in essere che dovranno andare ad esaurimento.

il 70 per cento dei comuni italiani ha meno di 5000 abitanti ,occorrono bilanci snelli ,procedure snelle soprattutto in considerazione che più si andrà avanti meno personale i comuni avranno....occorre una contabilità semplificata ...cambiare per non cambiare non serve....

Parole sante!!!
Ma perchè chi fa le leggi non riesce a capire le difficoltà che hanno i piccoli enti ?

MIKI ha scritto:Parole sante!!!
Ma perchè chi fa le leggi non riesce a capire le difficoltà che hanno i piccoli enti ?

Di fatto esistono già due categorie di enti: quelli sopra i 5000 abitanti e quelli sotto ( con all'interno di quest'ultima fascia delle sottodistinzioni ulteriori).
A parte le norme sul patto di stabilità vi sono diverse disposizioni che pongono delle diversificazioni, ma sono contenute in una miriade di provvedimenti, senza alcun filo che le collega ad un tutt'uno omogeneo.
Così come di fatto, anche se non detto espressamente, esiste da almeno un decennio una logica ed una ratio che spingerà gli enti sotto una certa dimensione alla fusione tra di loro.
Questo avverrà, perchè sia economicamente che materialmente sarà impossibile garantire a legislazione invariata tutti i servizi e gli adempimenti necessari, con organici risicati, nella stessa maniera di enti con almeno 20 unità.

"spingerà gli enti sotto una certa dimensione alla fusione tra di loro"

la spinta e' proprio questa, condivido.

la semplificazione può avvenire solo mediante fusione di piccoli enti,piaccia o meno ad oggi le unioni danno luogo ad un terzo ente con propria struttura ,proprio bilancio e via dicendo..
comunque essendo i piccoli comuni enti a rilievo costituzionale ,la fusione non potrà mai essere imposta giuridicamente dall'alto ma dovrà essere volontaria...(soprattutto per motivi economici e organizzativi)
va anche detto che uno studio del sole 24 ore aveva evidenziato che le classi di comuni la cui spesa per servizi è superiore alla media sono due classi ...i comuni sotto i 1000 (in misura maggiore quelli sub 500)e i comuni sopra i 60.000

Parlando di convergenze parallele anche l'Anci pare si sia accorta :

"Tra le problematiche emerse - chiarisce il Sindaco ai parlamentari - vi è quello dell'avvio, quasi contempo-raneamente, di due riforme, costrette a convergere suc-cessivamente all'adozione delle stesse, ma in maniera disorganica e scoordinata: quella relativa al federalismo fiscale (L.42/2009) e quella di riforma delle legge di contabilità e finanza pubblica (L. 196/2009)."