NO A ESENZIONE I.C.I. SE CONIUGE E FIGLI VIVONO IN ALTRA CASA

L’abitazione principale coincide con la dimora della famiglia - Sentenza della Corte di Cassazione n. 14389 del 15/06/2010 - …
L’esenzione ICI per l’abitazione principale spetta solo per l’immobile adibito a dimora abituale del contribuente ma anche dei suoi famigliari. Quindi, nel caso in cui un coniuge trasferisca la propria residenza in un altro immobile, non ha diritto all’agevolazione fiscale, a meno che non dimostri di essersi separato legalmente.
Lo ha affermato la Corte di cassazione con la sentenza 14389 del 15 giugno 2010. In effetti, l’articolo 8 del decreto legislativo 504/1992 limita il beneficio fiscale alla dimora abituale della famiglia. Secondo la Cassazione, infatti, l’ubicazione della casa coniugale “individua presuntivamente la residenza di tutti i componenti della famiglia”, salvo che (…) tale presunzione sia superata dalla prova” che “lo spostamento (…) dalla propria dimora abituale” sia stato causato dal “verificarsi di una frattura del rapporto di convivenza”.

La vicenda parte dal 2005 e nell'attuale con l'identificazione della abitazione principale con quella di "residenza anagrafica" e non piu' con la dimora abituale come nel caso , tale norma giurisprudenziale a mio avviso e' difficilmente richiamabile proprio per intervenuto nutamento della norma.

dici che non è applicabile. questo vuol dire che nel caso di sportamento della residenza siamo obbligati a dare l'esenzione?
Il problema nel mio caso è gravoso poichè essendo un paese turistico ci sono un sacco di mogli che si "trasferiscono" lasciando i figli e marito a casa senza alcuna separazione ma fino ad oggi abbiamo sempre dovuto concedere l'esenzione. E' corretto oppure potremmo muoverci in modo diverso?

Beh, come la vedo io la sentenza e' ad oggi difficilmente applicabile in quanto si e' sostituito il concetto di abitazione principale con quello di residenza.
Nulla esclude che ci si possa provare proprio citando la giurisprudenza e verificare in un eventuale contenzioso presso la Commissione l'esito.
Se i casi sono molti conviene provare e verificare in caso di contestazione ( che ci sara' sicuramente ) la decisione della commissione provinciale.
Certo e' che se vincessi in provinciale sarebbe un bel precedente ( in modo particolare per la tua provincia ) per tutti quanti.
Se ci avessero messo meno di 5 anni a giudicare avremmo avuto un buon strumento a nostro favore.
Cio' che ad oggi mi lascia perplesso e' il concetto di "residenza anagrafica " che vedo difficilmente , una volta concessa, attaccabile.
Certo e' che in comuni turistici , ove vivo anche io, e' buona norma effettuare i riscontri anagrafici molto a fondo prima di concedere la residenza che molto spesso come ben saprai e' ai soli fini elusivi fiscali.
Come avrai letto la Corte parla di "l’articolo 8 del decreto legislativo 504/1992 limita il beneficio fiscale alla dimora abituale della famiglia" mentre nell'attuale la parola dimora e' sostituita da "residenza anagrafica" ed il problema e' proprio li'.