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verso una modifica della disciplina piccoli comuni
"LA STAMPA" di mercoledì 24 agosto 2011
Pronto l`emendamento, salvi i piccoli Comuni Vivrà anche il Consiglio comunale Resta l`obbligo di accorpare i servizi ANDREA ROSSI MAURIZIO TROPEANO TORINO Sembravano destinati all`estinzione in 1963. Poi si è scoperto che nelle pieghe della manovra non mancavano le ciambelle di salvataggio: i piccoli Comuni con meno di mille abitanti circondati da centri più grandi sarebbero sopravvissuti, insieme con i tanti che non sarebbero riusciti a confluire in unioni da almeno 5 mila abitanti. L`ultima è che probabilmente si salveranno tutti.
Ma dovranno rinunciare e mettere insieme molti servizi così da ridurre i costi.
Nei prossimi giorni il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli presenterà le sue proposte. Dopo il vertice di lunedì nella sede della Lega con il governatore del Piemonte Roberto Cota, alcuni maggiorenti del Carroccio e i rappresentanti dei Comuni, guidati da Osvaldo Napoli, presidente facente funzioni dell`Anci e vice capogruppo dei deputati Pdl, la mediazione sembra prendere forma: i municipi verranno salvati; oltre al sindaco che avrebbe comunque continuato ad essere eletto - resteranno in piedi anche i consigli comunali, seppure a ranghi ridotti.
Però le aggregazioni tra piccoli centri verranno rese vincolanti sul fronte dei servizi:
ragioneria, contabilità e bilancio;
servizi sociali; scuole;
urbanistica; trasporti; commercio e terziario. Secondo le stime, la rivoluzione permetterebbe di abbattere del 30 per cento i costi di funzionamento delle amministrazioni locali.
Le aggregazioni, a differenza di quanto accade oggi, saranno obbligatorie. «Finora solo 2.500 Comuni hanno realizzato l`unione dei servizi, mentre la stragrande maggioranza ha continuato a difendere il proprio orticello», spiega Napoli, che è anche sindaco di Valgioie, Comune del Torinese con 932 abitanti. «Ci siamo tirati la zappa sui piedi. Ora però è necessario mantenere una dialettica politica, un numero minimo di consiglieri. I veri risparmi si ottengono non cancellando le piccole poltrone ma obbligando gli enti locali a mettere insieme i servizi».
È il sentiero su cui i rappresentanti dei Comuni hanno provato a impostare la mediazione, trovando sponda in esponenti di primo piano della Lega, a cominciare da Cota. Che, indirettamente, conferma il punto d`equilibrio raggiunto:
«Calderoli sta lavorando a una serie di emendamenti che salvino il diritto di rappresentanza anche per gli enti locali con pochissimi abitanti. Di fatto queste modifiche garantiranno la sopravvivenza a tutti i nostri Comuni e, nello stesso tempo, si procederà per spingerli a stringere i tempi per approdare alla gestione associata di molti settori».
Probabile che il numero di consiglieri per ciascun piccolo centro verrà ulteriormente ridotto.
Resta il fatto che i residenti non voteranno solo per eleggere il sindaco com`era stato deciso in un primo momento.
Come si è arrivati alla svolta? «I documenti prodotti dagli enti locali hanno reso evidente che il costo di quelle poltrone è minimo, quasi nullo», dice Cota.
Ogni vicesindaco costa 193 euro all`anno, ogni assessore 129, ogni consigliere 90. Morale:
poco più di 12 milioni, sulla carta; di fatto 6, perché la metà rinuncia agli emolumenti.
Il risultato finale dovrebbe portare a eliminare le sovrapposizioni di competenze, stabilendo chi fa che cosa e con quali risorse. E punendo chi non s`adegua: i Comuni che dovessero rifiutarsi di associare i servizi potrebbero subire una sorta di commissariamento da parte delle regioni.
Pronto l`emendamento, salvi i piccoli Comuni Vivrà anche il Consiglio comunale Resta l`obbligo di accorpare i servizi ANDREA ROSSI MAURIZIO TROPEANO TORINO Sembravano destinati all`estinzione in 1963. Poi si è scoperto che nelle pieghe della manovra non mancavano le ciambelle di salvataggio: i piccoli Comuni con meno di mille abitanti circondati da centri più grandi sarebbero sopravvissuti, insieme con i tanti che non sarebbero riusciti a confluire in unioni da almeno 5 mila abitanti. L`ultima è che probabilmente si salveranno tutti.
Ma dovranno rinunciare e mettere insieme molti servizi così da ridurre i costi.
Nei prossimi giorni il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli presenterà le sue proposte. Dopo il vertice di lunedì nella sede della Lega con il governatore del Piemonte Roberto Cota, alcuni maggiorenti del Carroccio e i rappresentanti dei Comuni, guidati da Osvaldo Napoli, presidente facente funzioni dell`Anci e vice capogruppo dei deputati Pdl, la mediazione sembra prendere forma: i municipi verranno salvati; oltre al sindaco che avrebbe comunque continuato ad essere eletto - resteranno in piedi anche i consigli comunali, seppure a ranghi ridotti.
Però le aggregazioni tra piccoli centri verranno rese vincolanti sul fronte dei servizi:
ragioneria, contabilità e bilancio;
servizi sociali; scuole;
urbanistica; trasporti; commercio e terziario. Secondo le stime, la rivoluzione permetterebbe di abbattere del 30 per cento i costi di funzionamento delle amministrazioni locali.
Le aggregazioni, a differenza di quanto accade oggi, saranno obbligatorie. «Finora solo 2.500 Comuni hanno realizzato l`unione dei servizi, mentre la stragrande maggioranza ha continuato a difendere il proprio orticello», spiega Napoli, che è anche sindaco di Valgioie, Comune del Torinese con 932 abitanti. «Ci siamo tirati la zappa sui piedi. Ora però è necessario mantenere una dialettica politica, un numero minimo di consiglieri. I veri risparmi si ottengono non cancellando le piccole poltrone ma obbligando gli enti locali a mettere insieme i servizi».
È il sentiero su cui i rappresentanti dei Comuni hanno provato a impostare la mediazione, trovando sponda in esponenti di primo piano della Lega, a cominciare da Cota. Che, indirettamente, conferma il punto d`equilibrio raggiunto:
«Calderoli sta lavorando a una serie di emendamenti che salvino il diritto di rappresentanza anche per gli enti locali con pochissimi abitanti. Di fatto queste modifiche garantiranno la sopravvivenza a tutti i nostri Comuni e, nello stesso tempo, si procederà per spingerli a stringere i tempi per approdare alla gestione associata di molti settori».
Probabile che il numero di consiglieri per ciascun piccolo centro verrà ulteriormente ridotto.
Resta il fatto che i residenti non voteranno solo per eleggere il sindaco com`era stato deciso in un primo momento.
Come si è arrivati alla svolta? «I documenti prodotti dagli enti locali hanno reso evidente che il costo di quelle poltrone è minimo, quasi nullo», dice Cota.
Ogni vicesindaco costa 193 euro all`anno, ogni assessore 129, ogni consigliere 90. Morale:
poco più di 12 milioni, sulla carta; di fatto 6, perché la metà rinuncia agli emolumenti.
Il risultato finale dovrebbe portare a eliminare le sovrapposizioni di competenze, stabilendo chi fa che cosa e con quali risorse. E punendo chi non s`adegua: i Comuni che dovessero rifiutarsi di associare i servizi potrebbero subire una sorta di commissariamento da parte delle regioni.
francodan- Messaggi : 6152
Data d'iscrizione : 07.10.10
Località : 4 comuni e una unione in bassa lomellina
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