Sforamento spese del personale e la deroga in caso di mobilità

Ritorno su un tema che sta creando molti problemi a tanti comuni, ossia l'interpretazione restrittiva della corte dei conti che con delibera n. 27/2013 prevede che "l’importo previsto per assunzioni
programmate, ma non effettuate, non può incrementare virtualmente il livello della spesa
di personale da prendere in considerazione per l’anno di riferimento".
Questo vale per le nuove assunzioni ma il dubbio è se questo vale anche per le mobilità visto che nell'articolo 1, comma 47, della Legge 30 dicembre 2004 n. 311 che così dispone: «In vigenza di disposizioni che stabiliscono un regime di limitazione delle assunzioni di personale a tempo indeterminato, sono consentiti trasferimenti per mobilità, anche intercompartimentale, tra amministrazioni sottoposte al regime di limitazione, nel rispetto delle disposizioni sulle dotazioni organiche e, per gli enti locali, purché abbiano rispettato il patto di stabilità interno per l’anno precedente».
Se un ente è arrivato alla conclusione di una mobilità, forse basta motivare così gli ulteriori atti?

Si ringrazia anticipatamente.

Se la Corte dei Conti ha detto che una deroga di tale genere non esiste, mi sembra molto azzardato sostenere che la deroga esiste per le procedure di mobilità.

Forse perchè nella delibera 27/2013 e nelle successive, la più recente è la delibera 79 della corte dei conti della lombardia, si parla sempre di assunzioni e con tale termine la corte dei conti classifica le nuove assunzioni che incidono come ulteriori spese sul bilancio degli enti locali, comuni in particolare.
Diversamente, nella determina della campania n. 11 del 6 febbraio 2014, quindi più recente, la mobilità viene trattata come deroga, infatti a pag 4 si ricava: "Tanto premesso, con specifico riferimento all’istituto richiamato (e cioè la disciplina della mobilità volontaria), si deve rammentare che la norma fondamentale, regolante il rapporto con la vigente disciplina finanziaria limitativa delle assunzioni, è contenuta nell’articolo 1, comma 47, della Legge 30 dicembre 2004 n. 311 che così dispone: «In vigenza di disposizioni che stabiliscono un regime di limitazione delle assunzioni di personale a tempo indeterminato, sono consentiti trasferimenti per mobilità, anche intercompartimentale, tra amministrazioni sottoposte al regime di limitazione, nel rispetto delle disposizioni sulle dotazioni organiche e, per gli enti locali, purché abbiano rispettato il patto di stabilità interno per l’anno precedente».
Dall’esame della lettera della disposizione si ricava facilmente: a) che la norma riguarda precipuamente gli enti sottoposti a vincoli assunzionali; b) che, dunque, la mobilità si configura, in tale contesto, come un’ulteriore e prodromica possibilità di reclutamento, in deroga ai limiti normativamente previsti."
Cosa ne pensate?

Personalmente condivido anche io la tua interpretazione. Mi piacerebbe avere l'illustre parere di Paolo in merito

umilmente( molto piu' che in modo illustre che non mi appartiene) condivido l'opinione di kkk1972 ovvero...mi sembra molto azzardato sostenere che la deroga esiste per le procedure di mobilità

Grazie Paolo,
per me il tuo parere è sempre illuminante.....ma a parte questo.....
ti pare quindi non possibile quanto sotto:
ente < 5000  rispettato patto nel 2013  spesa personale 25%
il 30/06/2014 concede mobilità uscita a D6 a ente con vincoli assuzionali
il 01/07/2014 mobilità di entrata D1 da ente con vincoli assunzionali

di fatto vi è un risparmio per l'ente e comunque se la norma  non è stata cancellata o modificata (art. 1 c. 47 L. 311/2004).......non ne capisco la ratio

condivido i tuo ragionamento ma ahime' la corte non parla mai di mobilita' ma...si parla sempre di assunzioni

La corte dei conti si esprime sui casi concreti che le vengono proposti e ciò non esclude, a priori, una diversa interpretazione nel caso di una mobilità.
Il problema è che la corte dei conti ha dato una interpretazione più restrittiva di quella prevista a livello legislativo, parlando di assunzioni.
Nel caso in esame, la persona che dovrebbe arrivare in mobilità nel comune A, andrà poi a confluire in un ufficio tecnico unico gestito da due comuni in cui è già previsto un risparmio a livello di mancate assunzioni per 60 mila euro da parte del comune B.
Alla fine viene quindi garantito un risparmio, ma forse questo non basta?

Il problema deriva dalla (per me) assurda condizione degli enti sottoposti al patto di stabilità, per i quali convivono:
- limitazioni di spesa generale che impongono una costante diminuzione della spesa;
- limitazioni di spesa settoriale (trattamento accessorio, tempi determinati)
- limitazioni alle assunzioni.
Il cumularsi di tutte queste limitazioni crea i casi in cui si ha cessazione di personale e pertanto cala la spesa e quando si ha capacità assunzionale la spesa è calata troppo e non si può assumere perché si sfonderebbe il limite di spesa.
A questo problema però deve mettere mano il legislatore; affidarsi a delle interpretazioni non ufficializzate espressamente in un qualche parere è pericoloso, visto le gravi conseguenze in caso di contestazioni.
Almeno per gli enti non soggetti a patto il riferimento alla spesa è quello di un anno certo (il 2008) e rispettato quel limite nel 2014 posso spendere più del 2013.