Comando - mobilità all'interno dell'ente

Buongiorno Colleghi,

mi è stato verbalmente comunicato che a breve verrò "comandato" (?) ad altro ufficio - e ad altro dirigente - sempre in seno a quest'Amministrazione.

L'istituto citato è appunto quello del comando, il che a mio avviso non è corretto, in quanto la movimentazione avviene all'interno dell'Amministrazione.
Mi viene chiesto anche di esprimere formalmente un consenso, necessario affinchè tale comando si perfezioni (??).
Ora, chiedo qual è esattamente l'istituto di riferimento? Certo non il comando.
A mio avviso tutto ciò non è che un banale ordine di servizio camuffato, la cui richiesta di consenso è finalizzata esclusivamente a non assumersi la responsabilità di un atto unilaterale (peraltro perfettamente legittimo) che però apparirebbe inopportuno. L'ufficio di destinazione, infatti, è il classico "sottoscala" dove mandare soggetti indesiderabili (tipo chi ha chiesto la mobilità esterna ed ha esaurito la pazienza) per renderli invisibili e inoffensivi.

Mi date qualche indicazione circa il quadro normativo di riferimento? Il consenso non l'avranno.

La disciplina della mobilità interna, attuata sulla base dei criteri generali eventualmente concertati con le organizzazioni sindacali, deve considerarsi rientrante nell'ambito delle determinazioni per l'organizzazione degli uffici e delle misure inerenti alla gestione dei rapporti di lavoro. La stessa deve trovare la propria fonte in un atto regolativo adottato in virtù del potere direttivo che compete al datore di lavoro, secondo i principi fissati dal codice civile agli articoli 2086, 2094 e 2104. Non contenendo i Ccnl alcuna particolare disposizione in merito alla mobilità interna,per l'identificazione di eventuali vincoli cui potrebbero essere soggetti gli enti locali occorre fare riferimento ai criteri generali dell'ordinamento giuridico. In particolare, per i movimenti del personale ascrivibili a mobilità interna si richiede che vengano rispettate specifiche condizioni. L'ente, infatti, dovrà necessariamente osservare la previsione contenuta nell'articolo 13 della legge n. 300/1970, che per tali finalità prevede che il trasferimento venga attuato per far fronte a esigenze tecniche, organizzative nonché produttive, e dovrà tener conto delle eventuali disposizioni in materia di mobilità interna autonomamente assunte dall'ente nell'atto regolativo, i cui criteri generali devono essere oggetto di concertazione, ai sensi dell'articolo 8, comma 1, lettera e), del Ccnl del 1° aprile 1999. Dovrà comunque essere assicurato il vincolo dell'equivalenza delle mansioni, di cui all'articolo 52 del dlgs n. 165/2001, qualora il trasferimento di area comporti anche un mutamento di mansioni.