MONETIZZAZIONE FERIE NON GODUTE

UN VIGILE URBANO A TEMPO DETERMINATO CON CONTRATTO SCADENTE A GIUGNO 2014, DOPO AVER VINTO UN CONCORSO COME ISTRUTTORE AMMINISTRATIVO PRESSO LO STESSO ENTE, VERRA' ASSUNTO A TEMPO INDETERMINATO, PRESUMIBILMENTE, A PARTIRE DAL 1° FEBBRAIO 2013.
LO STESSO DIPENDENTE AL 31.12.2012 MATURERA' GG. 13 DI FERIE + ALTRI 2 GG. SINO AL 31.01.2013 E HA INOLTRATO RICHIESTA DI FERIE A PARTIRE DAL 07.01.2013
DATA L'ESIGUITA' DEL PERSONALE IN SERVIZIO PRESSO IL COMANDO DI POLIZIA MUNICIPALE E RITENUTO CHE LA CONCESSIONE DELLE FERIE AL VIGILE URBANO NEL MESE DI GENNAIO 2013 POTREBBE COMPORTARE ENORMI DIFFICOLTA' PER LO STESSO UFFICIO, SI CHIEDE SE ALLA LUCE DEL D.L. 95/2012 DEL 06 LUGLIO 2012 E DEL SUCCESSIVO PARERE DELLA FUNZIONE PUBBLICA E' POSSIBILE LA MONETIZZAZIONE DELLE FERIE NON GODUTE DALLO STESSO.

Con il Parere prot. n. 29795/2012, il Dipartimento della Funzione Pubblica circoscrive in maniera significativa la portata della norma che esclude tutti i casi di monetizzazione delle ferie, per qualsiasi motivo, anche se disposta da disposizioni di legge o contrattuali.

Tale parere sancisce che “… a regime, nel divieto posto dal comma 8 dell’art. 5 del citato d.l. 95 del 2012 non rientrano i casi di cessazione del servizio in cui l’impossibilità di fruire delle ferie non è imputabile o riconducibile al dipendente, come le ipotesi di decesso, malattia e infortunio, risoluzione del rapporto di lavoro per inidoneità permanente ed assoluta, congedo obbligatorio per maternità”.

In concreto, il Dipartimento della Funzione Pubblica distingue due casi:

a) quello riguardante vicende estintive in cui “il lavoratore concorre in modo attivo alla conclusione del rapporto di lavoro, mediante il compimento di atti (es. esercizio del proprio diritto di recesso) o comportamenti incompatibili con la permanenza del rapporto (licenziamento disciplinare, mancato superamento del periodo di prova), accettando così le eventuali conseguenze derivanti, come per l’appunto la perdita delle ferie maturate e non godute come prevista dalla normativa vigente”, le quali ipotesi corrisponderebbero alla ratio della norma;

b) quello riguardante vicende estintive dovute ad eventi indipendenti dalla volontà del lavoratore e dalla capacità organizzativa del datore di lavoro, come, si citano a titolo di esempio, la malattia e l’infortunio, la dispensa dal servizio, il decesso, la risoluzione del rapporto di lavoro per inidoneità fisica permanente ed assoluta, il congedo obbligatorio per maternità.

Il Parere della Funzione Pubblica, pur reso istituzionalmente, non è assimilabile ad un atto avente forza di legge. Infatti, la Cassazione, a proposito delle circolari dell’amministrazione tributaria, ha più volte negato che le stesse siano fonti del diritto. Lo stesso tenore del Parere, espresso usando molto spesso il prudente tempo condizionale e auspicando infine un intervento “necessario” del Ministero Economia e Finanze, è improntato all’estrema cautela.