Senza diritto a pensione?

Gentili utenti, chiedo il Vs. aiuto in merito alla seguente situazione: dipendente pubblica - donna - assunta nel 1996 - nata a febbraio 1949.
Nel 2009 è stata "trattenuta in servzio" per un quinquennio, sino a febbraio 2014. Ciò nonostante arriverà ad appena 18 anni scarsi di contribuzione! Mi domando e Vi domando:
a) Si potrà collocare a riposo la dipendente al compimento del 65° anno di età? Per me no, visto che, al 31.12.11, non si può affermare che la stessa avesse compiuto un requisito di pensione (aa. 60 di età e circa 13 di contributi). Quindi la dipendente dovrebbe soggiacere ai nuovi limiti di vecchiaia della L. 214/2011, ossia aa. 66 - mm-03 (giugno 2015);
b) Ma anche a quella data (giugno 2015), la dipendente non raggiungerebbe il minimo contributivo di aa. 20, ma solo 19! Sarebbe legittimo un ulteriore "trattenimento in servizio" sino a far compire alla stessa il minimo di 20 anni? E quindi consentirle l'accesso alla pensione?
c) Se si, in base a quale norma si potrebbe consentire l'ulteriore permanenza in servizio?
Grazie per il Vostro aiuto.

la dipendente matura il diritto a pensione di vecchiaia il 31.12.2018 con 69 anni 10 mesi e 3 giorni ( se nata il 1.2.1949)
La pensione decorrera' dal 1.1.2019

Paolo Gros ha scritto:la dipendente matura il diritto a pensione di vecchiaia il 31.12.2018 con 69 anni 10 mesi e 3 giorni ( se nata il 1.2.1949)
La pensione decorrera' dal 1.1.2019

Grazie Paolo per la rapidità.
Vorrei che mi spiegassi, però un passaggio. Visto che la dipendente è nata esattamente il 13.01.1949, saremmo obbligati (?) a collocarla a riposo nel 2014, visto che in questo anno la stessa compie 66 aa. e 03 mm., esattamente il 13/04/2014 (come da nuove tabelle di vecchiaia L. 214/11). Ma a questa data non avrebbe il diritto a pensione perchè con un minimo contributivo inf. a 20 anni!
In che modo tu sposti il limite anagrafico al 31/12/2018? Esiste una norma che consente il permanere oltre il limite anagrafico previsto al fine di raggiungere il mimimo contributivo?
Scusa per le troppe domande, ma vorrei giustificare bene l'eventuale prolungamento oltre i 66 aa. e 03 mm.
A presto e buon lavoro.

come detto non si puo' porre in quiescenza un soggetto che alla quiescenza non ne ha maturato il diritto ...sarebbe come dire non hai pensione e non hai stipendio.

IN LINEA CON I PRINCIPI ENUNCIATI DALLA CORTE COSTITUZIONALE N. 282 DEL 1991, L'AMMINISTRAZIONE E' TENUTA A DISPORRE IL TRATTENIMENTO IN SERVIZIO PER QUEI DIPENDENTI CHE NON HANNO ANCORA RAGGIUNTO IL REQUISITO DI CONTRIBUZIONE MINIMO PER LA MATURAZIONE DEL DIRITTO A PENSIONE.
SALUTI!

marco pastore ha scritto:IN LINEA CON I PRINCIPI ENUNCIATI DALLA CORTE COSTITUZIONALE N. 282 DEL 1991, L'AMMINISTRAZIONE E' TENUTA A DISPORRE IL TRATTENIMENTO IN SERVIZIO PER QUEI DIPENDENTI CHE NON HANNO ANCORA RAGGIUNTO IL REQUISITO DI CONTRIBUZIONE MINIMO PER LA MATURAZIONE DEL DIRITTO A PENSIONE.
SALUTI!

Gentile Marco,
grazie per il tuo interessamento. Ma la Sentenza che citi tu si può considerare estesa anche al personale degli Enti Locali? Sapevo che non lo fosse e che valesse solo per quelli statali !
E così o è stata estesa anche agli altri?
A presto.

Le argomentazioni svolte in detta sentenza non possono non condurre all'accoglimento anche della presente questione: il principio, allora affermato, secondo cui "non può essere preclusa, senza violare l'art. 38, secondo comma, della Costituzione, la possibilità per il personale in questione che al compimento del 65° anno - quale che sia la data di assunzione - non abbia ancora maturato il diritto a pensione, di derogare a tale limite per il collocamento a riposo, al solo scopo di completare il periodo minimo di servizio richiesto dalla legge per il conseguimento di tale diritto", non può che avere, infatti, valenza generale.