FERIE NON GODUTE

Sono un funzionario comunale responsabile di posizione organizzativa del servizio finanziario e di segreteria di un piccolo Comune (4.800 abitanti). La scarsezza della dotazione organica rende pesanti i carichi di lavoro costringendomi a rientri extra orario (non retribuiti).
Ovviamente ho un carico notevole di ferie arretrate.
Sindaco Segretario comunale insistono perchè le esaurisca, io ho fatto presente che per me non ha senso mettermi in ferie (non che non sappia cosa fare in ferie, non mi mancano interessi al di fuori del lavoro, libri, sport, cinema e non sono un "workalcholic" spontaneo) in quanto al rientro dalle ferie mi trovo tutto il lavoro arretrato ed ho una successione di scadenze sempre ravvicinate.
Poichè il Segretario comunale ha fatto presente la loro responsabilità in quanto le ferie non godute non possono essere monetizzate chiedo se il dipendente possa spontaneamente RINUNCIARE ad una parte delle ferie anche perchè non riesco a trovare una soluzione al problema (il Comune non ha la possibilità di assumere nuovi dipendenti, nè normativamente nè finanziariamente).
Avevo pensato di fare come i Giapponesi che si mettono in ferie ma vanno a lavorare però ci sono dlele implicazioni per la responsabilità (infortuni sul lavoro) e per il fatto di non poter firmare.

...rientri extra orario (non retribuiti).
la po e' comprensiva di maggiori prestazioni rispetto alle 36 ore

e' sufficiente tu non faccia i periodi feriali e piano piano , a poco a poco ,,,,le perdi

detto questo caro colega onestamente io farei tutte le ferie anche perche' in tua assenza qualcuno dovra' pur sostituirti , non si fermera' mica il comune !!!

Nella PA . per esperienza, per quanto tu possa sbatterti e darti da fare anche rimettendoci di persona il risultato e' sempre lo stesso....un sonoro caLCIO NEL CULO

Il punto è che ogni scadenza,CUD. modello 770/2013, questionari Corte dei Conti, Certificati bilancio e consuntivo, ecc. ha una sanzione e come sai meglio di me ogni nuova legge ricorda che se non adempi nei termini c'è responsabilità amministrativa, contabile disciplinare sessuale con sanzioni pesanti (pecuniarie, discplinari, a letgto senza cena, in ginocchio sui sassolini, ecc.)
Il fattoè che il legislatore (e scusate se qui mi allargo) ha in mente il dipendente pubblico come seduto ad un tavolo con la Gazzetta dello Sport o il tablet o il telefonino davanti che aspetta che qualcuno gli inventi un nuovo adempimento per arrivare alla fine dell'orario (normale) di lavoro.
Magari in qualche parte d'Italia sarà anche così ma qua ahimè non funziona così: ho avuto un collega che veniva dalla Camera di Commercio di Padova, citata da tutti come ente efficientissimo.
Beh dopo due anni è riuscito a trasferirsi In Regione e andando via m'ha detto "guardate che negli altri posti non ho mai visto carichi di lavoro come qui, fuggite!"
Cambieremo il nome del Comune in "Comune di Masoch" provincia di Tafazzi.
Scherzi a parte e stop ai piagnistei...dal punto di vista normativo la rinuncia alle ferie è possibile o no?
Un saluto a tutti.

no ...scusa ma art 36 costituzione italiana .."Il lavoratore ha diritto al riposo settimanale e a ferie annuali retribuite, e non può rinunziarvi." non e chiaro?

Verissimo, e quindi dal punto di vista normativo è chiaro (certo nella Costituzione c'è scritto anche che l'Italia è una repubblica fondata sul lavoro, peccato che la Costituzione è ancora lì ma evidentemente il LAVORO se n'è andato basta vedere il tasso di disoccupazione giovanile e le fabbriche che chiudono ogni giorno.
Comunque non c' soluzione al mio problema anche perchè l'Amministrazione comunale non ne ha colpa vista la normativa vigente.
C'è qualcuno che ha un biglietto aereo di seconda mano per Tokio?

Non sei un dirigente e non hai potere di autodeterminazione dei periodi di ferie (tant'è vero che il segr. gen. ti ha già sensibilizzato sul punto): quindi le devi fare.
L'ente si disciula e  si organizza. Tu (poco per volta) prendi ferie ed eviti ai responsabili di andare in galera rispondere in caso dovesse succederti qualcosa. Qualsiasi cosa infatti, anche magari di lieve entità, difficilmente potrebbe non essere in alcun modo collegabile con lo stress derivante dalla mancata fruizione di elevati quantitativi di ferie arretrate.

Collega, non puoi rinunciare alle ferie. Ricorda l'art. 2113 del c.c.:
Art. 2113.
Rinunzie e transazioni

Le rinunzie e le transazioni, che hanno per oggetto diritti del prestatore di lavoro derivanti da disposizioni inderogabili della legge e dei contratti o accordi collettivi concernenti i rapporti di cui all'articolo 409 del codice di procedura civile, non sono valide.

L'impugnazione deve essere proposta, a pena di decadenza, entro sei mesi dalla data di cessazione del rapporto o dalla data della rinunzia o della transazione, se queste sono intervenute dopo la cessazione medesima.

Le rinunzie e le transazioni di cui ai commi precedenti possono essere impugnate con qualsiasi atto scritto, anche stragiudiziale, del lavoratore idoneo a renderne nota la volontà.

Le disposizioni del presente articolo non si applicano alla conciliazione intervenuta ai sensi degli articoli 185, 410, 411, 412-ter e 412-quater del codice di procedura civile.

Sono poi d'accordo con Paolo. E aggiungo anche nella P.A. non esiste la meritocrazia. Ho imparato che è giusto dare il meglio della propria professionalità, ma non ti aspettare che qualcuno ti ringrazi. Fallo per te stesso.
E dammi retta organizzati un piano ferie che ti consenta di fruire del tuo arretrato, perchè ho imparato a caro prezzo, in termini di salute, cosa vuol dire non staccare mai. E ti assicuro non c'è nulla di più prezioso della tua salute.
In bocca al lupo.
Simona