servizi associati

irene gianni Mer 22 Feb 2012 - 13:09

il mio ente anche in conseguenza del fatto che ci stiamo andando verso l'obbligatorietà di associare funzioni, sta con altri enti associando alcuni servizi. Il mio dubbio è questo:
la norma prevede che l'associazione di servizi deve comportare economicità efficenza ed efficacia, purtroppo però le convenzioni che vengono approvate non sono supportate dall'analisi di questi presupposti mediante relazioni tecniche e si chiede al ragioniere di firmare parere di regolarità contabile senza conoscere i costi che ne deriveranno e di conseguenza senza conoscere se vi saranno risparmi o maggiori spese. Come si deve comportare il ragioniere, esprime parere sfavorevole evidenziando che la convenzione è carente di elementi oppure ........? Purtroppo si è verificato che convenzioni già approvate abbiano determinato costi molto più elevati rispetto alla normale gestione, che l'ente non riesce a coprire .

francodan Gio 23 Feb 2012 - 0:44

e no,la convenzione ( l'accordo di programma integrativo)deve anche indicare i costi che gli enti (almeno di massima)sopporteranno ,le quote di partecipazione e ripartizione tra enti e via dicendo
maggiori costi....in realtà le convenzioni dovrebbero ridurle perchè se tre enti si convenzionano ci sarà per quel servizio solo una posizione organizzativa (magari in luogo di 2 o 3 ),posizione che potrà beneficiare degli aumenti previsti dal ccnl in caso di convenzione o unione pper i titolari di p.o.
del pari se tre enti hanno tre programmi diversi per gestire la funzione,con la convenzione dovrebbero ridursi le spese unificando le procedure e i costi di assistenza...tutto chiaramente dipende da come la convenzione verrà attuata....

irene gianni Gio 23 Feb 2012 - 14:01

Bene, io sostengo da sempre cehe una convenzione relativa ad un servizio associato debba essere preceduta da un analisi dei costi e dei ricavi il più verosimile possibile,in mancanza della quale non me la sento di esprimere parere positivo.
Esiste però un altro problema i servizi associati di solito prevedono un ente capofila e il personale che viene assegnato alla gestione fa di solito parte dell'ente capofila, tutte le spese comprese quelle di personale vengono divise fra gli enti che fanno parte del servizio associato. Vi sono enti che hanno dei risparmi rispetto alla gestione precedente mentre altri generalmente hanno dei costi maggiori. Secondo me se vi sono risparmi nella gestione associata ovvero se si confrontano la somma dei costi delle singole gestioni precedenti e il costo preventivato della gestione associata e si verifica un risparmio tale risparmio dovrebbe andare a beneficio di tutti gli enti. Inoltre è opportuno e obbligatoio che chi esprime pareri tecnici e contabili faccia presente le conseguenze di eventuali maggiori costi dovuti a criteri di ripartizione particolari. Purtroppo però quando viene proposta una convenzione la maggioranza degli enti detta le condizioni e allora come fanno gli enti più piccoli a fare valere le loro ragioni visto che se non associano i servizi sono soggetti anche a riduzioni dei trasferimenti.

francodan Ven 24 Feb 2012 - 0:44

sia nei casi di unione che di convenzione di solito si procede in via preliminare a predisporre degli studi di fattibilità con analisi economiche di quello che comporta la forma associativa....è vero che il comune capofila ci mette il proprio personale ma è anche vero che il comune capofila può attentamente recuperare mediante i rimborsi dall'altro comune i costi sostenuti...

**Lucio Guerra** Ven 24 Feb 2012 - 2:31

irene gianni ha scritto:Bene, io sostengo da sempre cehe una convenzione relativa ad un servizio associato debba essere preceduta da un analisi dei costi e dei ricavi il più verosimile possibile,in mancanza della quale non me la sento di esprimere parere positivo.
Esiste però un altro problema i servizi associati di solito prevedono un ente capofila e il personale che viene assegnato alla gestione fa di solito parte dell'ente capofila, tutte le spese comprese quelle di personale vengono divise fra gli enti che fanno parte del servizio associato. Vi sono enti che hanno dei risparmi rispetto alla gestione precedente mentre altri generalmente hanno dei costi maggiori. Secondo me se vi sono risparmi nella gestione associata ovvero se si confrontano la somma dei costi delle singole gestioni precedenti e il costo preventivato della gestione associata e si verifica un risparmio tale risparmio dovrebbe andare a beneficio di tutti gli enti. Inoltre è opportuno e obbligatoio che chi esprime pareri tecnici e contabili faccia presente le conseguenze di eventuali maggiori costi dovuti a criteri di ripartizione particolari. Purtroppo però quando viene proposta una convenzione la maggioranza degli enti detta le condizioni e allora come fanno gli enti più piccoli a fare valere le loro ragioni visto che se non associano i servizi sono soggetti anche a riduzioni dei trasferimenti.

soprattutto nei comuni di piccole dimensioni, molto spesso la gestione associata intesa come ufficio unico non risponde alle esigenze di riduzione dei costi e miglioramento dei servizi, soprattutto nel breve e medio periodo

primo perchè il responsabile di servizio spesso ha la responsabilità di + settori

- ragioneria e tributi
- ufficio tecnico SUE e SUAP
ecc.

e quindi solitamente non vi è risparmio nelle posizioni organizzative comunali che cmq sono mantenute

Anzi il responsabile del costituendo servizio associato spesso si vende integrare la propria indennità di posizione e risultanto in quanto svolge maggiori attività ed ha + responsabilità

Inoltre è necessario creare un'altra struttura in capo all'ente capofila che solitamente genera maggiori costi e tempi di gestione delle pratiche + lunghi. il contratrio dei principi che dovrebbero spingere alla gestione associata

Pertanto molto spesso risulta + economico e + radipo un ufficio associato di coordinamento operativo che si faccia carico di uniformare regolamenti, modulistica, front-office, back-office ecc. e lasci in carico al singolo comune la responsabilità del procedimento

Prendiamo ad esempio il SUAP associato - per un comune sotto i 3.000 abitanti, magari in zona montana, che molto spesso ha 5/10 pratiche SUAP all'anno e potrebbe tranquillamente gestirle al proprio interno, con la gestione associata arriva a spendere da 4.500 a 6.000 euro l'anno, quali costi di finanziamento del servizio associato, praticamente 1000 euro a pratica

Inoltre dovendo creare una nuova struttura che deve cmq rapportarsi con i comuni, i tempi solitamente per il cittadino si allungano

Quindi ritengo che la gestione associata sia un'ottima scelta per i piccoli comuni, ma con una configurazione flessibile sulla base di una analisi dettagliata costi/benefici, e non gestione associata a prescindere

Questo però dovrebbe capirlo anche lo stato, autorizzando forme di gestione assiciata flessibili nel rispetto dei criteri di riduzione della spesa e miglioramento dei servizi

irene gianni Ven 2 Mar 2012 - 15:08

quindi seocndo voi se mi viene richiesto parere contabile in merito all'approvazione di gestione servizio associato carente di studio di fattibilità o analisi costi ricavi posso esprimere parere negativo o quantomeno esprimere i miei dubbi in tal senso.

**Paolo Gros** Ven 2 Mar 2012 - 23:33

Concordo , il parere non deve essere dato al buio ed anche in tal caso e' sostanziale un piano a monte che ne dimostri la sostenibilita' dal punto di vista economico

francodan Sab 3 Mar 2012 - 2:03

il parere contabile riguarda tutto l'aspetto finanziario dell'attivazione della forma associativa....se si hanno dubbi è meglio esprimerli in sede di parere e farli richiamare nell'atto deliberativo

Livio Sab 3 Mar 2012 - 2:50

Buongiorno

direi di più, associandomi a quanto già espresso dai colleghi: una deliberazione che prevedesse una forma associativa senza il supporto istruttorio di un'analisi tecnica (sottolineo tecnica, cioè fatta ed avvalorata da un tecnico, non da un politico) dei costi e dei risparmi che attraverso essa si determinano, oltre che con riferimento ai mille vincoli che oggi sussistono in tema di spesa di personale, sarebbe di fatto una deliberazione carente sotto il profilo della motivazione, per cui viziata per violazione dell'art. 3 della legge 241/90.

"1. Ogni provvedimento amministrativo, compresi quelli concernenti l'organizzazione amministrativa, lo svolgimento dei pubblici concorsi ed il personale, deve essere motivato, salvo che nelle ipotesi previste dal comma 2. La motivazione deve indicare i presupposti di fatto e le ragioni giuridiche che hanno determinato la decisione dell'amministrazione, in relazione alle risultanze dell'istruttoria.

2. La motivazione non è richiesta per gli atti normativi e per quelli a contenuto generale. "

Io darei parere contrario.

**Paolo Gros** Dom 4 Mar 2012 - 1:03

...una forma associativa senza il supporto istruttorio di un'analisi tecnica (sottolineo tecnica, cioè fatta ed avvalorata da un tecnico, non da un politico):......

ed e' vero grido di allarme poiche' nel prossimo futuro nascera' il vero problema ,poiche' ritengo che ex ante i politici si riuniranno e parleranno a lungo e, sicuramente ,dopo aver valutato ogni aspetto della forma associazionistica ( What a Face

) prenderanno delle decisioni che al momento della ufficializzazioni ,poiche' sicuramente carenti di supporto istruttorio ed analisi tecnico-contabile ( in via ordinaria prima decidono cosa fare e solo dopo verificano se e' possibile farlo e nemmeno sempre.. come detto associazionismo a prescindere ! ) otterranno pareri contrari da parte dei funzionari .....con tutte le considerazioni che ne deriveranno.......

francodan Dom 4 Mar 2012 - 3:12

sulle forme associative spesso si hanno visioni opposte tra politici e organizzazione amministrativa specialmente perchè la componente politica mira a favorire i legami politici tra i vari enti locali....(in altre parole si preferisce l'affinità di colore politico tra amministrazioni)che non le affinità territoriali e organizzative tra enti....cosi magari nascono unioni o convenzioni tra comuni distanti tra loro anche 50-100 km....condizione già questa per dire chiaramente che la forma associativa non risponde ad alcun criterio di efficienza,economictà e via dicendo....

**Lucio Guerra** Dom 4 Mar 2012 - 9:10

I Comuni di piccole/medie dimensioni hanno davanti a loro una sfida importante, dimostrare capacità
organizzativa e funzionale per intraprendere un percorso sostenibile di innovazione e riorganizzazione dei servizi e funzioni Comunali, da attuarsi attraverso un modello di gestione associata sempre più ampio, integrato, efficiente ed efficace, divenuto ormai obiettivo importante di governo e soprattutto imprescindibile per i 6920 Comuni italiani con popolazione inferiore a 10.000 abitanti.

La gestione associata però, a mio avviso, deve rispettare i seguenti principi fondamentali :

- costante miglioramento della loro qualità e quantità
- razionalizzazione delle spese
- incremento delle entrate attraverso la lotta all’evasione/elusione fiscale anche
con forme di cooperazione tra i vari livelli di governo
- valorizzazione e formazione del personale interno
- utilizzo sempre più spinto delle nuove tecnologie informatiche.

altrimenti sarà solamente una gestione associata per rispettare degli obblighi di legge

**Lucio Guerra** Dom 4 Mar 2012 - 9:13

lucio_imu ha scritto:I Comuni di piccole/medie dimensioni hanno davanti a loro una sfida importante, dimostrare capacità
organizzativa e funzionale per intraprendere un percorso sostenibile di innovazione e riorganizzazione dei servizi e funzioni Comunali, da attuarsi attraverso un modello di gestione associata sempre più ampio, integrato, efficiente ed efficace, divenuto ormai obiettivo importante di governo e soprattutto imprescindibile per i 6920 Comuni italiani con popolazione inferiore a 10.000 abitanti.

La gestione associata però, a mio avviso, deve rispettare i seguenti principi fondamentali :

- costante miglioramento della loro qualità e quantità
- razionalizzazione delle spese
- incremento delle entrate attraverso la lotta all’evasione/elusione fiscale anche
con forme di cooperazione tra i vari livelli di governo
- valorizzazione e formazione del personale interno
- utilizzo sempre più spinto delle nuove tecnologie informatiche.

altrimenti sarà solamente una gestione associata per rispettare degli obblighi di legge

francodan Lun 5 Mar 2012 - 0:19

la legge presenta però un difetto....ossia non prevede una durata minima delle varie forme associative....questo può portare ad un continuo scoglimento delle stesse dovuto anche a semplici motivazioni politiche...

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