dipendente privato di un ente pubblico: monetizzazione ferie non godute?

Salve,
espongo di seguito il mio caso:
Dipendenti di un SPA 100% a partecipazione pubblica (con dipendenti assunti con contratto di diritto privato). E' stata effettuata una cessione di ramo d'azienda (ex art. 2112 cc) dall' Spa ad un ente pubblico (agenzia), ma i dipendenti trasferiti hanno mantenuto il contratto di diritto privato in attesa che le loro posizioni vengano sanate con dei concorsi pubblici da bandire non si sa quando. I dipendenti di cui parlo sono a tempo indeterminato. Quindi siamo dipendenti privati a tempo indeterminato alle dipendenze di un ente pubblico.

A questo punto sottopongo la mia domanda con riferimento alle ferie maturate e non godute in caso di dimissioni:
Non mi è chiaro se alla mia persona si applica la normativa pubblica (perché il datore di lavoro è pubblico e quindi anche il Dlgs 95/2012) oppure il contratto privato che disciplina il mio rapporto di lavoro e quindi le ferie di cui non ho goduto mi vengono pagate (se non dalla cessionaria, dalla cedente, che secondo il 2112 cc rispondono in solido per i diritti acquisiti dal lavoratore).
Ad ogni modo ho trovato una sentenza della corte di giustizia europea e della corte di cassazione (di luglio 2012) che tra le altre cose dice che il diritto alle ferie è irrinunciabile e che se non godute devono essere monetizzate (qualunque altra norma che disciplina il contrario contravviene all’art 36 della costituzione ed è illegittima ) riporto i riferimenti: http://www.info-scuole.it/doc/2012/retribuzioni/corte-cassazione_sentenza_11462_2012.pdf.


Vorrei fare una seconda domanda

Vorrei chiedere, nel caso in cui prevalga la normativa pubblicistica, se posso adottare questo procedimento:

1) rassegnare le dimissioni indicando una data abbastanza in la' come termine ultimo di lavoro (circa 45 gg)
2) chiedere al datore di lavoro di rinunciare totalmente al preavviso
3) nel caso in cui lui accolga la richiesta, richiedere le ferie (circa 30 gg) e sfruttarle nel corso di quel periodo.

4) tutti questi aspetti vanno disciplinati nella lettera di dimissioni o si può fare un atto successivo ?


Grazie mille

Lady Effe

Contrattualmente il soggetto ha rapporto privato ma valgone nel caso le norme puvbbliche a che non vi sia sperequazione nei confronti degli altri dipendenti che si vedrebbero diviso in serie a e b .
Detto questo e rilevato che se le ferie non godute , e rientranti nei canoni di richieste e rifiutate, si evincono al rapporto precedente con la Spa ben possono essere monetizzate, non lo saranno piu' ex nunc.

Ergo:
1- possibile e legittimo
2-buona fortuna
3-il periodo di preavviso deve essere obbligatoriamente lavorato
4- vanno richiesti se lo si ritieni

La ringrazio della risposta, e le chiedo un ulteriore chiarimento sul punto 3.

Se dando le dimissioni dico che il mio ultimo giorno di lavoro sarà per esempio il 30 maggio e poi il datore di lavoro rinuncia al preavviso, perché non posso rimanere fino al 30 maggio ma in ferie? Visto
che il datore di lavoro ha rinunciato al preavviso, non vi è più l'obbligo di lavorare durante quel periodo
poiché è un periodo in cui io continuo ad essere presso l'azienda ma non è di preavviso avendoci rinunciato e pertanto posso sfruttare le ferie, giusto?

Un'ultima domanda, è uscita la sentenza della cassazione 8904/2013 sulle ferie non godute, ma non c'è modo di reperirla, potrebbe aiutarmi?

Grazie
Lady F

come detto il periodo di preavviso deve essere obbligatoriamente lavorato
ferie in tale periodo lo sopendono e lo procrastinano