dopo il vertice di arcore ,come cambia la manovra

Ecco cosa cambia nella manovra dopo il vertice di Maggioranza ad Arcore.

STRETTA SU PENSIONI. Fuori dal calcolo degli anni di lavoro necessari a raggiungere l'anzianità contributiva i periodi di laurea o di servizio militare. Le modifiche decise dopo il vertice di Arcore prevedono il mantenimento dell'attuale regime previdenziale già previsto per coloro che abbiano maturato quarant'anni di contributi con esclusione dei periodi relativi al percorso di laurea e al servizio militare che rimangono comunque utili ai fini del calcolo della pensione.

IVA. Non è previsto alcun aumento dell'Iva.

ELIMINATO IL CONTRIBUTO DI SOLIDARIETA'. Sostituzione del contributo di solidarietà. Il contributo di solidarietà resta solo a carico dei membri del Parlamento.

STRETTA SULLE SOCIETA' DI COMODO. Per sostituire il contributo di solidarietà arriva una stretta sulle società di comodo. Si prevedono infatti nuove misure fiscali finalizzate a eliminare l'abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive.

GIRO DI VITE SULLE COOPERATIVE. Per sostituire il contributo di solidarietà arriva anche la riduzione delle misure di vantaggio fiscale alle società cooperative.

SALVI I PICCOLI COMUNI. Sostituzione dell'articolo della manovra relativo ai piccoli comuni con un nuovo testo che preveda l'obbligo dello svolgimento in forma di unione di tutte le funzioni fondamentali a partire dall'anno 2013 nonché il mantenimento dei consigli comunali con riduzione dei loro componenti senza indennità o gettone alcuno per i loro membri.

RIDUZIONE DEI TAGLI AGLI ENTI LOCALI: riduzione dell'impatto della manovra per comuni, province, regioni e regioni a statuto speciale. Attribuzione agli enti territoriali di maggiori poteri e responsabilità nel contrasto all'evasione fiscale con vincolo di destinazione agli stessi del ricavato delle conseguenti maggiori entrate.

SALTA IL TAGLIO DELLE PROVINCE. Salta il taglio delle province oltre i 300mila abitanti. L'intervento viene rimandato a un provvedimento di natura costituzionale insieme al dimezzamento del numero dei parlamentari.

Nato nel 1952.Ho iniziato a lavorare nel 1978. Ho riscattato la laurea. pagando fior di milioni di lire.Praticamente ieri sera dal mi hanno spostato la decorrenza della pensione dal 2013 al 2018 ? Ho capito bene ? Questi sono pazzi ....non si cambiano così le regole, in un anno mi hanno spostato l'uscita dal lavoro per un totale di sei anni !.

ops...non oso dirti che ....e' come dici!

da governo it
La riunione di maggioranza presieduta dal Presidente Silvio Berlusconi si è conclusa con le seguenti unanimi determinazioni:


1) Interventi di natura costituzionale:


- dimezzamento del numero dei parlamentari;


- soppressione delle province quali enti statali e conferimento alle regioni delle relative competenze ordinamentali;


2) Il decreto dovrà essere approvato nei tempi previsti e a saldi invariati con le seguenti principali modifiche:


- sostituzione dell’articolo della manovra relativo ai piccoli comuni con un nuovo testo che preveda l’obbligo dello svolgimento in forma di unione di tutte le funzioni fondamentali a partire dall’anno 2013 nonché il mantenimento dei consigli comunali con riduzione dei loro componenti senza indennità o gettone alcuno per i loro membri;


- riduzione dell’impatto della manovra per comuni, province, regioni e regioni a statuto speciale. Attribuzione agli enti territoriali di maggiori poteri e responsabilità nel contrasto all’evasione fiscale con vincolo di destinazione agli stessi del ricavato delle conseguenti maggiori entrate;


- sostituzione del contributo di solidarietà con nuove misure fiscali finalizzate a eliminare l’abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive nonché riduzione delle misure di vantaggio fiscale alle società cooperative;


- contributo di solidarietà a carico dei membri del parlamento;


- mantenimento dell’attuale regime previdenziale già previsto per coloro che abbiano maturato quarant’anni di contributi con esclusione dei periodi relativi al percorso di laurea e al servizio militare che rimangono comunque utili ai fini del calcolo della pensione;


Il governo e il relatore presenteranno le relative proposte emendative, aperti al confronto con l’opposizione nelle sedi parlamentari.



concordo con l'intervento precedente sul fatto che è scorretto cambiare le regole sul riscatto dei periodi di laurea e di militare,è l'ennesima beffa tra chi è già in pensione (con il metodo retributivo)e chi andrà in pensione con metodo diversi e senza calcolo di riscatti vari (che valgono per l'ammontare della pensione ma non ai fini dell'ammontare degli anni)

Pensioni: riscatto laurea, la nuova soglia dei 40 anni effettivi per poter lasciare

Ma le annualità riscattate continueranno a essere utili ai fini del calcolo della pensione








ROMA - Il governo stringe il rubinetto delle pensioni con 40 anni di contributi. Finora i lavoratori con 40 anni di versamenti erano riusciti a sfuggire a tutte le più importanti riforme della previdenza, nel senso che potevano continuare ad andare in pensione senza la necessità di raggiungere un'età minima. Questo rimane. Dal 2012 però serviranno 40 anni di lavoro effettivo, al netto del riscatto della laurea e del servizio militare.

In realtà, una prima stretta questa categoria l'aveva subita l'anno scorso incappando, come il resto dei lavoratori, sia nella «finestra mobile», che ritarda il pensionamento di un anno dal raggiungimento dei requisiti, sia nell'adeguamento automatico all'aspettativa di vita (tre mesi in più in prima battuta e poi altri adeguamenti ogni tre anni). Finora, però, si potevano far valere non solo gli anni effettivi di lavoro, ma anche il riscatto della laurea e del militare. In alcuni casi potevano bastare anche meno di 30 anni di lavoro ai quali sommare gli anni del corso di laurea, quelli della specializzazione e del servizio militare per maturare il diritto. Con la modifica che verrà fatta al decreto del 13 agosto ciò non sarà più possibile. Per andare in pensione a prescindere dall'età bisognerà avere alle spalle almeno 40 anni di lavoro effettivo (per chi invece va in pensione anche col requisito dell'età non cambia nulla).

E chi ha riscattato la laurea, spesso pagando molto? Le annualità riscattate, afferma il comunicato della Presidenza del Consiglio, continueranno a essere utili ai fini del calcolo della pensione. In pratica, il lavoratore andrebbe via dopo 40 anni di lavoro ma la pensione gli verrebbe calcolata su tutti i contributi versati e quindi, nel caso del riscatto di un normale corso di laurea, su 44 anni. Questo sicuramente sarà possibile per coloro che hanno cominciato a lavorare dopo il 1995 e hanno la pensione calcolata interamente col metodo contributivo e per coloro che nel '95 avevano meno di 18 anni di versamenti e hanno l'assegno calcolato col sistema misto (retributivo fino a quel momento e contributivo per le annualità successive). Non dovrebbe valere invece per chi ancora va in pensione col retributivo (coloro che avevano più di 18 anni di contributi nel 1995) perché in questo sistema la pensione è calcolata al massimo su 40 anni di versamenti. Questi, se la norma non sarà scritta in maniera opportuna, sarebbero i più penalizzati perché perderebbero i contributi riscattati (ma è facile immaginare un contenzioso giudiziario).

Secondo prime stime del governo, con la stretta si risparmieranno 500 milioni nel 2013, un miliardo nel 2014 e ancora di più negli anni successivi. Del resto, coloro che vanno in pensione con 40 anni di contributi indipendentemente dall'età non sono pochi. Secondo i dati Inps, su circa 180 mila pensioni di anzianità liquidate nel 2010, ben 125 mila sono state di questo tipo (75 mila a lavoratori dipendenti e 50 mila ad autonomi) e solo 55 mila i pensionati usciti col sistema delle quote (35 anni di contributi più il requisito di età).



La norma colpirà soprattutto i medici. Sarebbero molti infatti quelli che riescono ad andare in pensione a meno di 60 anni di età, grazie ai riscatti. Non a caso i primi a protestare sono stati i camici bianchi Cgil con un comunicato dove affermano che la stretta «determinerà proprio nei confronti dei medici il maggior taglio che oscilla tra i 10 e i 12 anni, considerando che ai 6 anni per la laurea vanno aggiunti dai 4 ai 6 anni per la specializzazione». Critico anche il commento dell'esperta di previdenza Elsa Fornero: «Misure estemporanee mentre si è persa ancora una volta l'occasione di introdurre il contributivo pro rata per tutti».

Enrico Marro

"Questo sicuramente sarà possibile per coloro che hanno cominciato a lavorare dopo il 1995 e hanno la pensione calcolata interamente col metodo contributivo e per coloro che nel '95 avevano meno di 18 anni di versamenti e hanno l'assegno calcolato col sistema misto (retributivo fino a quel momento e contributivo per le annualità successive). Non dovrebbe valere invece per chi ancora va in pensione col retributivo (coloro che avevano più di 18 anni di contributi nel 1995) perché in questo sistema la pensione è calcolata al massimo su 40 anni di versamenti. Questi, se la norma non sarà scritta in maniera opportuna, sarebbero i più penalizzati perché perderebbero i contributi riscattati "
Non ho capito bene il periodo sopracitato.Come si applica il nuovo "regalo" a chi ha iniziato nel 1978 ed è nato nel 1952 ? I 40 anni li faro' nel 2018 , quindi lavorerò fino a 66 anni ? Cioè ieri sono passato da quota 97 a quota 106 !!!!!!!!!!!!!

vedi il post

https://entilocali.forumattivo.it/t2944-pensioni-ne-hanno-combinato-un-altra

che ha degli esempi del genere

entro le 15.00 di oggi gli emendamenti,secondo il sole 24 ore sarebbe confermato il dimezzamento dei tagli agli enti locali mentre per i piccoli comuni non si procederebbe a stralcio come auspica l'anci ma ad una norma che risolva già adesso il problema ossia obbligo per i comuni di costituire unioni entro il 2013 ,salvataggio di sindaci e consigli con soli 4 consiglieri e affidamento delle funzioni delle giunte comunali alle unioni

"obbligo per i comuni di costituire unioni entro il 2013 " e le province invece le rimandiamo a legge costituzionale ( ovvero a mai ).
Prima della definitiva approvazione credo che la norma cambiera' molte altre volte!

ho già espresso la mia opinione e la ribadisco...a parte i problemi di carattere politico e di stabilità nel tempo(si costituiranno nel 2013 poi magari dopo un anno si scioglieranno....)che le unioni possono dare...le stesse non determinano economie ma duplicazioni di costi(partiamo dal solo settore finanziario ,un nuovo bilancio,un nuovo rendiconto,ulteriori mandati,ulteriori questionari da redigere-la corte dei conti li sta richiedendo )...si vogliono abolire le province ,si sono aboliti i consorzi ma si stanno creando tante mini province (a dimensioni variabili)o mini comprensori !!!!!
vedremo comunque gli emendamenti....quelli presentati dai singoli deputati vanno dalla soppressione dell'art 16 (sulle unioni)alla creazioni di maxi unioni da almeno 25000 abitanti...apunto tante nuove mini province....

Paolo Gros ha scritto:"obbligo per i comuni di costituire unioni entro il 2013 " e le province invece le rimandiamo a legge costituzionale ( ovvero a mai ).
Prima della definitiva approvazione credo che la norma cambiera' molte altre volte!

Continuo a chiedermi che competenza hanno questa gente...Chissa cosa si inventeranno stamattina,per poi cambiare domani.Tra l'altro c'è chi dice che mancano molti miliardi in più dei 5...Chiediamo il distaccanento a Roma ( o ad arcore...ma perchè si riuniscono lì,come se noi il bilancio lo facessimo a casa del Sindaco, dove magari lui non c'è neanche e nemmeno l'assessore competente in vacanza in montagna...) di alcuni Ragionieri per far vedere come si fanno i bilanci dei nostri piccoli Comuni che almeno finora sono rimasti "sani" ?
Scusate per l'intervento poco tecnico.Fra qualche giorno cominceremo comunque anche noi a fare i conti per il 2012 (mensa, trasporto alunni, isee, IMU ??? elenco oo.pp.).

Competenze???
Le proposte del vertice di lunedì ( altra anomalia, comincio a rimpiangere seriamente la prima repubblica, dove almeno contavano le forme) erano talmente bislacche da far pensare che fossero state fatte dal barbiere, con tutto il rispetto per i barbieri.
Mi meraviglia che la proposta sia venuta da Sacconi, il quale si apprende oggi era convinto che la norma sul riscatto di laurea si applicasse a 4000 mila persone.
Ma stiamo scherzando davvero?
Si fanno proposte del genere senza istruttoria?
Ma se sono diversi anni che si sta pubblicizzando il riscatto degli anni di laurea, con detrazione fiscale e consentendolo anche ai genitori per i figli? e per poi cosa succede, ti mandano in pensione a 74 anni?
Hanno speso fiumi di parole mandando avanti i soliti sicofanti per non ritassare i capitali scudati, dicendo che si rompeva un patto con chi aveva pagato. Ed in questo caso? A pagare il riscatto di solito sono normali cittadini e da qualche anno non è che costi poco, si paga paro paro quello che corrisponde il datore di lavoro.
Da domani credo che lo faranno davvero in pochi e gli istituti previdenziali con questa sparata hanno perso altre entrate.
La Lega credo che non abbia capito che amministrare lo Stato non è come amministrare i Comuni di montagna di 500 abitanti, da dove provengono la maggior parte dei suoi deputati.
Ad Arcore si sono comportati come in un giunta di un comunello, dove è facile infinocchiare i cittadini mettendosi a pulire di persona il paese e dove le risorse bastano per i cittadini e quando non ci sono ci si arma di pazienza.
Qui si amministra l'Italia, e non è la stessa cosa.

comunicazione di anpci (no comment )

Ultimora UDITE UDITEMAGGIORANZA DI GOVERNO. ACCORDO RAGGIUNTO INIQUO PER I PICCOLI COMUNISaltate tutte le promesse e le garanzie offerte all'ANPCI e alle altre associazioni degli enti locali.
Carissimi, non potevamo immaginare di essere presi per i fondelli come siamo stati. Le modifiche alla manovra e la riscrittura del nuovo testo dell'art. 16 sono sicuramente peggirative rispetto al DL 138/2011.
E' convocato ad horas il Direttivo Nazionale domani 30 agosto alle ore 14.00 presso la sede di via delle Muratte n.9 per prendere decisioni a riguardo della manovra divenuta per noi particolarmente iniqua ed addirittura offensiva.

questo il seguito secondo il comunicato di anci in prima mattinata

[01-09-2011]


Conferma del dimezzamento dei tagli agli enti locali, ma nessuno stralcio dell’articolo 16 sui piccoli Comuni, come richiesto dall’Anci. In attesa dell’incontro tra governo ed enti locali che l’Associazione dei Comuni auspica prima della chiusura degli emendamenti, è questo il quadro attuale dei provvedimenti contenuti in manovra che riguardano i Comuni.
Negli emendamenti che dovrebbero essere presentati oggi alle 15, dunque, dovrebbe essere contenuto anche quello che riduce da 1,7 miliardi a 850 milioni il taglio per i Comuni.Resta l’incognita sugli introiti della Robin Tax, stimati in 900 milioni. Gli enti locali vorrebbero ottenerli subito, in modo che tocchi poi allo Stato recuperarli in un secondo momento, ma il governo non sembra intenzionato a questa concessione.Sull’articolo 16, ovvero la norma che riguarda i Comuni con meno di 1.000 abitanti, sembra per adesso prevalere la posizione del ministro Calderoli, contrario allo stralcio richiesto dall’Anci. Scongiurata l’ipotesi della loro soppressione, l’oriemntamento sarebbe quello di tenere in vita sindaci e consiglio comunali di quattro membri, affidando la gestione dei servizi e le funzioni di giunta alle Unioni di Comuni. (mv)