Area Fabbricabile quale valore?

Un contribuente che ha acquistato un'area edificabile nel 2013 volendo pagare l'IMU sulla suddetta area esibisce l'atto di compravendita in cui il valore è 120.000 euro. Applicando invece la tabella dei valori venali stabilita dal Consiglio Comunale il valore sarebbe 90.000 euro.
quale dei due valori applicare?
Penso che potrebbe usare il valore di 90.000 per limitare il potere di accertamento del Comune. Giusto?
Grazie per qualunque risposta

ed infatti e' cosi' e nel caSO E' STATO UN BUON VENDITORE , tutto qui

Secondo me va applicato il valore piu' alto.

l'indicazione del valore venale da parte dell'ente , con metodo atto o delibera che si ritenga, e' limitazione al potere accertativo dell'ente per cui se per determinata area si stabilisce il valore a 100 non e' accertabile 101 e se il venditore in caso di vendita indica 110 puo' pagare su 100 poiche' tale il limite autoimpostosi dall'ente .
Nello specifico , rispetto al limite autoimposto dall'ente ( che ricordo non obbliga il contribuente ma limita l'ente ) il venidtore ha cì venduto bene il proprio immobile e non per questo deve corrispondere maggiore imposta

ora ...
"Secondo me va applicato il valore piu' alto "

perche' ?

Sinceramente anch'io accerterei con il valore più alto.

Stabilire i valori venali in comune commercio è una facoltà regolamentare data dalla lettera g) dell'art. 59 del 446/1997:
"g) determinare periodicamente e per zone omogenee i valori venali in comune commercio delle aree fabbricabili, al fine della limitazione del potere di accertamento del comune qualora l'imposta sia stata versata sulla base di un valore non inferiore a quello predeterminato"

Leggo che il potere autolimitativo di questi valori è legato al versamento del contribuente.
Se il contribuente versa su un valore non inferiore a quello predeterminato, indipendentemente da altri elementi sono d'accordo che il comune non può distogliersi da tale valore (la ratio della norma è questa).

Ma se il contribuente non si allinea ai valori della delibera e versa su un valore inferiore a quello predeterminato, secondo me il comune è pienamente legittimato a valutare altri elementi se in suo possesso, come un valore di rogito o di una perizia, ecc.. Ovviamente con le dovute motivazioni.

Poi, essendo una norma regolamentare, bisogna vedere come sono scritti i regolamenti.

mai stato in commissione tributaria a sostenere tale tesi?

Nel nostro regolamento abbiamo specificato che qualora il contribuente abbia versato sulla base di un valore inferiore a quello predeterminato, l'ente può procedere ad accertamento facendo riferimento ai valori venali di mercato, che potranno condurre alla determinazione di valori anche superiori a quelli predeterminati.

Non abbiamo mai ricevuto nessun rilievo dal Ministero e non ci è mai stata disapplicata dalle commissioni tributarie. E di atti utilizzando i valori di rogito (superiori ai valori di delibera) ne abbiamo fatti.

D'altra parte (per completezza) abbiamo regolamentato che al contribuente che versa in misura superiore a quello predeterminato non compete alcun rimborso.

Paolo Gros ha scritto:mai stato in commissione tributaria a sostenere tale tesi?

Ciao Paolo, io personalmente sono stato in commissione di 1-2 grado ad avvalorare la tesi del valore iscritto nel rogito ed ho avuto ragione...

davide79 ha scritto:Sinceramente anch'io accerterei con il valore più alto.

Stabilire i valori venali in comune commercio è una facoltà regolamentare data dalla lettera g) dell'art. 59 del 446/1997:
"g) determinare periodicamente e per zone omogenee i valori venali in comune commercio delle aree fabbricabili, al fine della limitazione del potere di accertamento del comune qualora l'imposta sia stata versata sulla base di un valore non inferiore a quello predeterminato"

Leggo che il potere autolimitativo di questi valori è legato al versamento del contribuente.
Se il contribuente versa su un valore non inferiore a quello predeterminato, indipendentemente da altri elementi sono d'accordo che il comune non può distogliersi da tale valore (la ratio della norma è questa).

Ma se il contribuente non si allinea ai valori della delibera e versa su un valore inferiore a quello predeterminato, secondo me il comune è pienamente legittimato a valutare altri elementi se in suo possesso, come un valore di rogito o di una perizia, ecc.. Ovviamente con le dovute motivazioni.

Poi, essendo una norma regolamentare, bisogna vedere come sono scritti i regolamenti.

corretto anche per me quanto dici, ma mi pare di capire che qui il contribuente non ha versato meno dei valori deliberati, ma sta chiedendo se adeguandosi a tali valori (pur avendo venduto a una cifra superiore) è passibile di accertamento, quindi la risposta è no. Ha venduto a 120, ma se paga su 90 il comune non può accertarlo. Il fatto che sia stato un buon venditore o meno lascia il tempo che trova nel senso che poi bisogna vedere quei valori come sono stati stabiliti dal comune, potrebbero non rispecchiare quelli in comune commercio, ma essere semplici valori minimi da dichiarare, ma se così sono stati decisi....

p.s: anche noi abbiamo fatto accertamenti su valori di rogito, superiori a quelli tabellari, ma solo quando il contribuente non aveva dichiarato quelli deliberati.

Sì, effettivamente qui siamo ancora in autoliquidazione e non in accertamento, percui il contribuente per evitare ogni accertamento conviene versare e dichiarare con i valori predeterminati.

In mancanza, vale il ragionamento di cui sopra.

Paolo Gros ha scritto:

l'indicazione del valore venale da parte dell'ente , con metodo atto o delibera che si ritenga, e' limitazione al potere accertativo dell'ente per cui se per determinata area si stabilisce il valore a 100 non e' accertabile 101 e se il venditore in caso di vendita indica 110 puo' pagare su 100 poiche' tale il limite autoimpostosi dall'ente .
Nello specifico , rispetto al limite autoimposto dall'ente ( che ricordo non obbliga il contribuente ma limita l'ente ) il venidtore ha cì venduto bene il proprio immobile e non per questo deve corrispondere maggiore imposta

ora ...
"Secondo me va applicato il valore piu' alto "

perche' ?

perchè anche il valore riportato nel rogito non è mai il valore venale di mercato.
L'indicazione di valore effettuata dal comune è paragonabile agli studi di settore, quindi è un parametro indicativo, per cui anche in sede di contenzioso tributario il giudice deve accertare il valore venale dell'area ed in presenza di un rogito notarile, a parere mio violerebbe l'art. 5, comma 5, D.Lgs 504/92 qualora accertasse un valore inferiore quantunque determinato in via preventiva dal comune.